Decreto Sandobox: si torna alle norme ad “aziendam”!

Posted On 11 Apr 2024
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In tema di attività giudiziaria, rispetto ad altri recenti casi di prescrizione, viene il dubbio che la riforma della giustizia di questo Governo non abbia prodotto i risultati annunciati. Sull’atteso terzo grado del processo per il conto Mazzini relativo alle confische, se si arrivasse alla restituzione dei beni si consumerebbe una pesantissima beffa per i cittadini onesti e una sconfitta della giustizia

RSM 11 aprile 2024 – Il recente Decreto sulla Sandbox e alcuni casi di procedimenti penali finiti in prescrizione sono stati tra gli argomenti trattati dal Segretario CSdL Enzo Merlini nell’ultima puntata di “CSdL Informa”.

Secondo il comunicato stampa del Congresso di Stato sulla Sandbox, viene prevista la possibilità di emanare decreti delegati e regolamenti straordinari a favore di nuove aziende che svolgano progetti innovativi, varando nuove disposizioni e specifiche deroghe rispetto alle norme vigenti nell’ordinamento sammarinese.

“In questo modo – ha commentato il Segretario CSdL – torniamo alla vecchia prassi di norme ad hoc per le nuove imprese che si insediano a San Marino, nonostante che a più riprese la politica avesse rassicurato che quella stagione era finita, e che le regole dovevano essere uguali per tutti. In sostanza si sancisce che un’impresa, nell’arco di due anni di sperimentazione, può chiedere e ottenere specifiche deroghe legislative su misura.

Nel Decreto si precisa che non sono ammesse deroghe in tema di lavoro e disposizioni penali, di tutela della salute, dell’ambiente, dei beni culturali e paesaggistici; non è menzionato il fisco, quindi significa che le normative fiscali potranno essere derogate ‘ad personam’ o ‘ad aziendam’. Se così non fosse e abbiamo capito male, saremo smentiti; ma al momento sembra che sia un ennesimo tassello di quel ‘modello di sviluppo’ che viene delineato per il nostro paese, in aggiunta alle residenze fiscali privilegiate, agli aerei ed alle navi che battono bandiera sanmarinese…

A nostro avviso, le agevolazioni vanno stabilite a priori, anche per quelle imprese che già sono in territorio ed investono, e non ad hoc in base ai desiderata. In questo contesto, preso atto che negli ultimi anni si è registrato un incremento del numero delle imprese, oltre che dei lavoratori, ci piacerebbe sapere quale valore aggiunto hanno prodotto. È utile conoscere se si tratti delle solite scatole vuote con il capitale sociale di € 26.000, che non assumono nessuno o al massimo uno-due dipendenti e magari finiscono nell’elenco dei grandi debitori.

GIUSTIZIA E PRESCRIZIONI – Su un organo di informazione negli ultimi giorni sono stati citati quattro procedimenti penali, tutti caduti in prescrizione: due riguardano casi di truffa, uno di riciclaggio e l’altro riguarda un grave infortunio sul lavoro accaduto nel 2019.

“A quanto sembra – ha rilevato Enzo Merlini – sono molti i casi di prescrizione rispetto a quelli in cui si arriva a condanna o ad assoluzione. È lecito dubitare che la riforma dell’ordinamento giudiziario, portata come fiore all’occhiello dei risultati del Governo e adottata ad inizio legislatura, abbia prodotto i risultati annunciati, visto che ancora molti procedimenti penali subiscono questo epilogo. Evidentemente c’è ancora qualcosa che non va.

Quando un reato è prescritto, vuol dire che non si è fatta giustizia; se non c’è una sentenza definitiva che stabilisca in via certa se quella persona è innocente o colpevole, si sancisce di fatto una impunità ancorché non proclamata nel merito.

A questo proposito, siamo ancora in attesa della sentenza di terzo grado relativo alle confische nel procedimento per il conto Mazzini, che ha visto coinvolti diversi politici, ovvero della decisione del giudice in merito alla richiesta che hanno fatto coloro che sono stati prosciolti per effetto della prescrizione del reato. In altre parole, la sentenza dovrà stabilire se confermare o meno le confische precedentemente decise dal giudice, in quanto si tratta di beni frutto di reato. Gli avvocati degli imputati sostengono che nel momento in cui non c’è la condanna, non si possono neanche trattenere i beni confiscati.

Non oso immaginare che per effetto della prescrizione di quei reati si arrivi addirittura anche alla restituzione delle somme confiscate. Sarebbe uno schiaffo e una beffa pesantissimi per i cittadini onesti e per il paese, nonché una sconfitta clamorosa della giustizia.”

CSdL