Sanità, liste di attesa sempre più lunghe!

Posted On 11 Gen 2024
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In sofferenza servizi come il territoriale domiciliare, che deve condividere la stessa sede del Centro Vivi la Vita, l’unico centro ricreativo per pensionati rimasto a San Marino, dove è confluito anche l’ex centro diurno di Borgo Maggiore. Con la rivalutazione al solo 2,2% delle pensioni decisa unilateralmente dal Governo, a fronte di una inflazione in percentuale molto più alta, si è consumato un taglio netto dei redditi da pensione. Serve un progetto complessivo per delineare il nuovo modello di sanità e stato sociale per San Marino

RSM 11 gennaio 2024 – Continua la disamina dei problemi della sanità sammarinese nell’ambito di “CSdL Informa”, con l’intervento del Segretario della Federazione Pensionati CSdL Elio Pozzi. In primo luogo, per quanto riguarda la medicina di base, è stata superata la Cot, con l’introduzione di tre numeri nuovi per chiamare tutti i centri sanitari della Repubblica, ma la procedura che devono seguire gli utenti per contattare il proprio medico è rimasta sostanzialmente la stessa.

In netto e ulteriore peggioramento, in media, vi sono i tempi di attesa per le visite specialistiche e gli esami diagnostici, come da tabella estrapolata dal sito dell’ISS (visibile anche sul sito e la pagina Facebook della CSdL), che mette in evidenza anche le differenze registrate tra il 2023 e l’anno precedente. Si evince agevolmente il motivo per il quale molte persone sono indotte a rivolgersi alle strutture di medicina privata, che anche a San Marino sono proliferate.

Peraltro a molti pazienti, in particolare anziani con malattie croniche, sempre più spesso vengono prescritti integratori, naturalmente a pagamento, da assumere per lunghi periodi. Si tratta di prodotti molto costosi, che vanno a gravare sul bilancio di queste persone, molte delle quali hanno una scarsa disponibilità economica. Va sempre ricordato che il 55/60% dei pensionati sammarinesi ha pensioni medie o medie-basse; qualcuno se lo dimentica spesso, invece bisogna tenerne conto.

Tra i servizi in forte sofferenza, vi è ad esempio il Servizio territoriale domiciliare, che aspetta da diversi anni di essere trasferito in una sede nuova, con spazi e caratteristiche adeguati alle sue funzioni. Da alcuni anni il personale di questo servizio si trova all’interno del Centro Vivi la Vita, a Dogana di fronte all’Atlante. Sono state ipotizzate alcune nuove soluzioni per questo servizio, ma non se n’è mai fatto nulla.

In quella stessa struttura di Dogana è stato trasferito anche il centro diurno che si trovava a Borgo Maggiore, chiuso perché i locali non erano più praticabili, in particolare per le persone con disabilità; quindi sono tutti ammassati in questa sede, peraltro togliendo spazio allo stesso Centro Vivi la Vita. A questo proposito, è fondamentale che in doversi punti della Repubblica, anche in zone decentrate, si aprano dei centri sociali per i pensionati, che hanno il compito fondamentale di offrire un ambito di incontro e di socialità a diverse persone che altrimenti vivrebbero condizioni di solitudine e di isolamento.

Altra attività in sofferenza, legata comunque ai temi della salute e della prevenzione, è la ginnastica dolce per i pensionati, portata avanti dall’Associazione Vita Sana, promossa dalla CSU. Sia a Murata che soprattutto a Serravalle c’è una difficoltà estrema ad avere a disposizione dei locali almeno soddisfacenti. I praticanti a Serravalle sono relegati in un corridoio del Multieventi a fianco alla piscina, dove il clima è o troppo caldo o troppo umido.

Come già ricordato in precedenti comunicati, c’è una netta differenza tra l’inflazione che si registra negli ultimi anni (per il 2023 intorno al 5,5%), e la rivalutazione estremamente ridotta delle pensioni, ferma al solo 2,2% per quelle più basse e a scalare, fino ad annullarsi, per le successive. Misura questa decisa dalla maggioranza, senza nessun confronto col sindacato; in tal modo si è di fatto concretizzato un taglio netto delle pensioni, destinato a durare anche per i prossimi anni, se non si interviene tempestivamente e adeguatamente con la modifica di questa norma.

Al di là delle singole problematiche, quello che si rende necessario e di cui non si vede ancora nessuna traccia, è un progetto complessivo della sanità e del sistema di stato sociale pubblico, che delinei il modello che si vuole realizzare per sostenere e migliorare le condizioni di vita di tutti i cittadini, a partire dalle persone più fragili e vulnerabili.

“In proposito – riferisce il Segretario della Federazione Pubblico Impiego Antonio Bacciocchi – non è ancora giunta nessuna proposta in merito all’Atto Organizzativo e al Fabbisogno del personale sanitario e socio-sanitario, che è lo strumento fondamentale atto a presiedere l’organizzazione delle attività e dei dipendenti chiamati a svolgerle. Anche questa situazione evidenzia come le politiche sanitarie pubbliche non paiono essere realmente al centro dell’azione del Governo.”

CSdL

 

 

 

 

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