Sì al referendum sull’accordo UE, ma dopo aver adeguatamente informato i cittadini

Posted On 23 Nov 2023
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Occorre prendere tutto il tempo necessario per informare al meglio i sammarinesi sui contenuti dell’accordo e sulle opportunità per il paese. È impensabile, come è stato ipotizzato, che il referendum possa svolgersi in marzo

RSM 23 novembre 2023 – Il negoziato per l’accordo di Associazione di San Marino all’Unione Europea sembra si stia avvicinando alla conclusione. Il Segretario di Stato per gli Affari Esteri sostiene che arriveremo alla parafatura entro fine anno e alla firma nella prossima primavera. Alla commissione mista, alla quale sono invitate anche le parti sociali, per la CSdL ha partecipato il Segretario Generale CSdL Enzo Merlini, che ha parlato dell’argomento nell’ultima puntata di “CSdL Informa”. In premessa ha ricordato che è stato richiesto di mantenere la riservatezza rispetto alle informazioni ricevute.

In proposito però c’è stata un’anticipazione da parte del Segretario di Stato per le Finanze in una recente intervista su uno degli allegati più importanti, quello relativo ai servizi finanziari. Al nostro sistema bancario verrebbe concesso un arco di tempo di 15 anni per adeguarsi alle normative europee. Anche in materia di libera circolazione delle persone e dei lavoratori, la Commissione Europea avrebbe dimostrato una particolare attenzione. Alla prova dei fatti manca poco.

Il tema del referendum, sempre ricorrente, è stato sollevato anche nella commissione mista; ci sono alcune forze politiche che lo sostengono, altre che non si sono espresse in materia, altre ancora che sono meno favorevoli. In una recente trasmissione televisiva, il Segretario Beccari ha dichiarato di non avere niente in contrario, ipotizzando addirittura il suo svolgimento a marzo prossimo. In tal caso, dovendo intercorrere almeno 6 mesi tra il referendum e le elezioni, queste ultime slitterebbero all’autunno.

“Sulla opportunità di svolgere il referendum siamo d’accordo – ha puntualizzato Enzo Merlini – ma occorre ricordare che il nostro ordinamento non consente che sia confermativo o abrogativo, trattandosi di un trattato internazionale, ma solo consultivo. Su un passaggio epocale come questo, per un paese come San Marino che si assocerebbe ad una unione di Stati che conta 27 paesi con 450 milioni di persone, è giusto che i cittadini si esprimano.

L’applicazione dell’accordo prevederà adeguamenti normativi molto complessi e impegnativi ed è più opportuno affrontare questa transizione così laboriosa con i cittadini consapevoli e convinti che sia la strada giusta, piuttosto che affrontare successivamente eventuali rimostranze. Dico questo perché confido che i sammarinesi alla fine supereranno le perplessità oggi presenti, anche a causa della quasi totale assenza di informazioni.

Non condivido l’idea per la quale, nel caso vi fosse una ampia condivisione da parte dei partiti, dei sindacati e delle associazioni di categoria, non si debbano consultare i cittadini in merito all’accordo, ma questo si potrà fare solo una volta che sono stati illustrati e dibattuti dettagliatamente tutti i contenuti dell’accordo, mettendo in evidenza le opportunità che questo produrrà per i giovani, le imprese e il paese nel suo insieme, oltre alle condizioni negative dettate dal nostro status di paese terzo.

È impensabile, considerando che il testo è tuttora segreto e che l’accordo deve essere ancora parafato, che da qui a marzo si possa svolgere il referendum. Come potrebbero i cittadini esprimere un giudizio consapevole?

Inoltre, c’è una questione di carattere politico: corriamo il rischio che le forze politiche, se non i singoli candidati alle elezioni, si esprimano favorevolmente o meno al referendum, salvo poi fare la giravolta durante la campagna elettorale sulla base di quale sarà stato il risultato. A mio avviso, è invece necessario che vi sia la massima chiarezza rispetto alle posizioni in campo prima delle elezioni, in modo che i cittadini ne abbiano evidenza.

Quindi, a mio avviso il referendum dovrebbe svolgersi dopo le elezioni, mentre i primi mesi del 2024 dovrebbero caratterizzarsi con una capillare ed approfondita informazione sui contenuti dell’accordo. Dovrei usare più cautela, ma voglio dare per scontato che la firma sia davvero prossima: non voglio pensare che il Segretario Beccari si spenda annunciando una conclusione positiva del negoziato, senza che poi questa si concretizzi realmente.”

CSdL