Debito estero: “Gli interessi sono così alti perché il paese è di fatto ricattabile!”

Posted On 08 Mag 2023
Comment: Off

Nonostante le richieste di acquisto dei titoli sammarinesi siano state tante, il tasso non è sceso al di sotto del 6,5%, in  quanto gli investitori sanno che lo Stato attualmente non può fare a meno di queste risorse. Paesi paragonabili a San Marino in termini di rating, ma con minori ricchezze, hanno strappato interessi molto più bassi. La CSdL è stata accusata di “fare politica” prendendo posizione sul debito estero; la maggior parte delle tasse le pagano i lavoratori dipendenti e i pensionati, quindi il fatto che buona parte di queste vadano a soggetti esteri per pagare gli interessi li riguarda eccome!

RSM 18 maggio 2023 – Dopo aver anticipato i dati sugli interessi che San Marino dovrà pagare in particolare sul debito estero, a seguito dell’approvazione in Consiglio Grande e Generale del decreto di rifinanziamento di tali titoli al 6,5%, nell’ultima puntata di “CSdL Informa” il Segretario Enzo Merlini è tornato ad approfondire l’argomento.

“Rifinanziare il debito estero prima della scadenza prevista per febbraio 2024 – ha affermato – era indubbiamente necessario, perché non siamo in grado di reperire 340 milioni in un colpo solo. Ma noi abbiamo sempre contestato il ‘peccato originale’, ovvero avere intrapreso questa strada, partendo dal famigerato contratto segreto con Cargill.

Ricordo che durante la discussione in Consiglio relativa alla prima emissione di titoli per il mercato estero, alcuni Consiglieri di maggioranza dissero che non era il caso di anticipare il rimborso delle obbligazioni emesse per far fronte alle perdite bancarie e nemmeno di restituire il prestito ricevuto da Banca Centrale, per un totale di 150 milioni: peraltro, si pagavano meno interessi per questo debito interno.

Anche noi eravamo di questo avviso: così facendo, l’esigenza di liquidità sarebbe stata di poco più di 100 milioni, che si potevano e dovevano trovare all’interno della RSM, confrontandosi anche con le parti sociali. La discussione sulla recente riduzione del rating da parte di Fitch mi è parsa surreale, perché già ad inizio 2021 il rating era pessimo; quindi era chiaro che avremmo rischiato di pagare tassi fuori mercato. Il risultato è stato un tasso di interesse sui titoli esteri del 3,25%, a fronte di tassi in quel momento pari allo zero. Anche per questo, quella scelta non andava fatta.

Il Governo ed alcuni Consiglieri, pochi a dire il vero, hanno esultato per i tassi pagati con questa rinegoziazione. In effetti, interessi del 6,5% contro il precedente 3,25% dimostrano che il differenziale non è mutato, ma non mi pare una bella notizia, anche perché il patrimonio dello Stato e la ricchezza privata (dati cui guardano gli investitori) garantiscono ampiamente la solvibilità del debito. Ecco perché le richieste di acquisto dei titoli di debito estero sono state tante: nonostante questo, non sono scese sotto il 6,5% di tasso d’interesse, perché gli investitori sapevano che lo Stato di San Marino non può fare a meno di questa liquidità. In altre parole, siamo ricattabili. Paesi paragonabili al nostro in termini di rating, ma che detengono una ricchezza pubblica e privata nettamente inferiore, hanno strappato interessi molto più bassi, per cui c’è poco da esultare. Il Segretario Gatti ha detto che sarebbero stati sostenibili tassi fino all’8%: quindi siamo vicini a questo limite, peraltro in una fase positiva del ciclo economico, ma se questo subisse un rallentamento sarebbero guai seri.”

“Durante il dibattito – ha aggiunto Enzo Merlini – da un banco della maggioranza è stato detto che abbiamo minacciato i Consiglieri, perché abbiamo chiesto ai cittadini di guardarli in faccia al momento della decisione di rinnovare il debito. A volte siamo un po’ ‘ruvidi’ nelle nostre prese di posizione, ma parlare di minacce è totalmente strumentale e fuori luogo.

A me pare che una decisione così importante per il futuro del Paese meritasse di ascoltare il dibattito sulla base del quale sarebbe stata assunta. Noi lo abbiamo fatto e devo dire che in maniera trasversale tra tutti i gruppi consiliari di maggioranza è stato riconosciuto che un tema così decisivo avrebbe meritato maggiore confronto, anche con le parti sociali.

Evidentemente, per qualcuno l’investitura elettorale corrisponde ad una sorta di potere assoluto, tanto che dallo stesso Consigliere che ha parlato di minacce siamo stati invitati a candidarci alle elezioni perché, a suo giudizio, facciamo politica invece di tutelare gli interessi dei lavoratori e dei pensionati. È una vecchia storia: secondo alcune linee di pensiero, argomenti come il debito non competerebbero al sindacato, come se i nostri rappresentati non ne subissero le conseguenze. Voglio ricordare che la maggior parte delle tasse le pagano proprio i lavoratori ed i pensionati, ed il fatto che buona parte di queste vadano a favore di soggetti esteri per pagare gli interessi li riguarda eccome.

Vi è poi stato un altro Consigliere, sostenitore del debito interno come noi, che ci ha provocato affermando che vorrà vedere se saremo disponibili a valutare la possibilità che siano i fondi pensione ad acquistare una parte dei titoli di debito pubblico, piuttosto che investirli allo 0,5% di tasso di interesse. Vorrei ricordargli che è arrivato fuori tempo massimo, perché ormai hanno fatto la scelta di rivolgersi all’estero e quindi è una domanda puramente retorica. Potevano pensarci prima e proporlo, invece di spostare l’attenzione su fantomatiche, quanto inesistenti, responsabilità del sindacato. In secondo luogo, non sono più accettabili scorrettezze come quelle di denigrare il ruolo del sindacato nella gestione dei fondi pensione.”

In proposito, Giuliano Tamagnini, componente del Consiglio per la Previdenza fino allo scorso mese, ha affermato: “Occorre intanto ricordare che la componente politica rappresenta il 50% di tale organismo e quindi i Consiglieri dovrebbero essere al corrente su come stanno realmente le cose o, almeno, fare le opportune verifiche prima di parlare. Abbiamo anche provato a verificare l’acquisizione di titoli di stato, ma ci venivano paventati tassi risibili. I recenti investimenti del Consiglio per la Previdenza sono stati fatti al 3,6% per 6 mesi in PCT, quindi con titoli sottostanti a garanzia. Addirittura, per periodi più lunghi, si potrebbe arrivare anche al 5%, ma la prudenza è d’obbligo.”

Enzo Merlini ha poi invitato tutti a partecipare alla serata pubblica organizzata per il 25 maggio prossimo dal Comitato Amministratore di FONDISS: appuntamento alle 20.30 presso la sala Montelupo di Domagnano. Sarà l’occasione per conoscere a quali condizioni sono stati investiti i contributi dei lavoratori, tenendo conto dei limiti imposti attraverso il referendum svoltosi qualche anno fa. Peraltro, in questo organismo i componenti di nomina politica hanno addirittura la prevalenza, in termini di voti utili per l’assunzione delle decisioni.

 

CSdL