Emissione di titoli di debito interni: il tasso è la metà rispetto a quelli esteri!

Posted On 19 Nov 2023
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È la conferma che prima di rivolgersi agli investitori stranieri, andava fatto di tutto per collocare i bond sammarinesi sul mercato interno. I sammarinesi sono penalizzati, visto che i titoli esteri hanno un tasso di interesse doppio; buona parte del bilancio dello Stato volerà fuori territorio. Sull’ipotesi di prestiti dall’Arabia Saudita, il Segretario Merlini sottolinea la necessità di una attenta riflessione, anche sul piano etico

RSM 19 11 2023 – L’emissione di 50 milioni di titoli del debito pubblico da collocare nel mercato interno, annunciata dal Governo, è stato uno degli argomenti dell’ultima puntata di “CSdL Informa”, su cui si è soffermato il Segretario Generale Enzo Merlini. In primo luogo, ha ricordato che non si tratta di nuovo debito, ma del rinnovo dei 50 milioni emessi nel 2022 e scaduti nel mese di giugno scorso.

Probabilmente non sono stati emessi alla scadenza perché poche settimane prima era arrivato denaro fresco attraverso il debito estero e ci si aspettava che i tassi di interesse cominciassero a scendere, consentendo un risparmio per lo Stato, mentre la BCE ha continuato a rialzarli fino a settembre. Il 3,9% è un tasso interessante per i risparmiatori, in linea con gli altri prodotti finanziari emessi in questo periodo.

Il Segretario di Stato per le Finanze ha dichiarato che lo Stato non ha problemi di liquidità, ma probabilmente questi 50 milioni serviranno a sostenere le spese di fine anno. “Abbiamo sempre sostenuto che prima di contrarre debito estero andava fatto tutto il possibile per emetterlo internamente – ha commentato il Segretario Enzo Merlini – ed il fatto che ci potessero essere le condizioni è dimostrato dal fatto che la raccolta delle banche sammarinesi è aumentata di circa 500 milioni in 3 anni.

Fa arrabbiare il fatto che paghiamo un tasso del 6,5%, quasi il doppio dei titoli interni; quindi, importanti risorse pubbliche prenderanno il volo verso altre destinazioni. Non è giusto né logico da nessun punto di vista.

Peraltro, se i titoli interni fossero stati emessi in concomitanza con il rifinanziamento dei titoli esteri, in maggio, i tassi sarebbero stati molto più bassi di quelli attuali, verosimilmente intorno al 2,5%, cioè circa un terzo della percentuale riconosciuta ai titoli esteri. E c’è ancora, in particolare il Segretario di Stato alle Finanze, chi si vanta del ‘grande successo’ riscontrato dai nostri titoli sul mercato estero. Come poteva essere diversamente, con dei tassi così redditizi?”

A proposito di debiti, da qualche tempo si legge sulla stampa dell’interesse dell’Arabia Saudita a finanziare cospicui investimenti nel nostro paese. Gli arabi lo stanno facendo un po’ ovunque, pensando ad un futuro nel quale le riserve di petrolio e gas non saranno più il business principale.

Si parla di prestiti ad un tasso d’interesse intorno all’1,5%. “In primo luogo, dovremmo chiederci – sottolinea Enzo Merlini – se gli investimenti ipotizzati siano realmente utili per il Paese e se sia opportuno che i relativi finanziamenti arrivino dall’esterno ancora una volta. Qualcuno sostiene che siccome il tasso è basso, tanto vale approfittarne: mi sembra una sciocchezza. Peraltro, non si dice in quanto tempo andrebbero restituiti.

Penso che a monte la scelta di contrarre ulteriore debito, in particolare se estero, debba essere condivisa con la cittadinanza. La politica non può continuare in maniera autoreferenziale a decidere da sola, ipotecando il futuro dei cittadini senza che siano consultati, direttamente e attraverso i corpi intermedi della società, come il sindacato che rappresenta migliaia di lavoratori e pensionati. Ricordiamoci sempre che i debiti dello Stato rimangono sulle spalle delle giovani generazioni.”

Il Segretario CSdL ha quindi posto l’accento sull’aspetto etico della questione. “Sappiamo che in pochi guardano tanto per il sottile rispetto a chi è pronto ad investire a condizioni vantaggiose. Ma questo problema noi ce lo poniamo: l’ipotesi di indebitarci con paesi che non brillano certamente per i livelli di democrazia e rispetto dei diritti umani, in particolare delle donne, merita una profonda riflessione. In proposito, invito a leggere il recente rapporto di Amnesty International.”

CSdL