Sanità: è prioritario rendere attrattivo il nostro sistema
Continuano le difficoltà nel reperire le professionalità necessarie
RSM 10 09 2023 – Le questioni sollevate pubblicamente dai medici, oggetto di un incontro della categoria con la Segreteria di Stato per la Sanità, sono state tra i temi dell’ultima puntata di “CSdL Informa”. Sono intervenuti il Segretario FUPI Antonio Bacciocchi e il Segretario CSdL Enzo Merlini.
“I sistemi sanitari, a San Marino ma anche in Italia e in molti paesi europei – ha esordito Antonio Bacciocchi – attraversano una fase molto critica; vi sono grandi difficoltà nel trovare tutto il personale medico necessario. A San Marino si è cercato di intervenire, in maniera non del tutto corretta, con la legge 139 del 2018; una norma speciale per i medici che ha stabilito il trattamento normativo e retributivo di questa categoria, per allinearli agli standard italiani e di alcuni paesi europei.
Quella legge ha estromesso il sindacato nel confronto, portato avanti direttamente dalla politica con il corpo medico. Il problema è che il nostro sistema sanitario dovrebbe essere attrattivo dal punto di vista professionale; l’obiettivo è far arrivare a San Marino medici che vogliono far crescere le proprie esperienze e capacità professionali. Invece, molti scelgono San Marino per motivi legati ai carichi di lavoro, più ‘umani’ e sopportabili rispetto ad altre realtà.
In relazione all’intervento che paventa il Segretario per la Sanità per il corpo medico, vogliamo sottolineare che è l’intero personale sanitario e infermieristico che deve essere interessato a una revisione degli aspetti sia retributivi che normativi. C’è già un impegno in questo senso siglato con l’accordo di stabilizzazione, previsto anche nell’ambito del rinnovo del contratto PA. È chiaro che anche gli interventi di natura retributiva, rispetto ad esempio alle indennità, vanno contestualizzati in un intervento più ampio che comprenda tutte le altre professioni sanitarie.
Purtroppo la direzione in cui sta andando sia San Marino che l’Italia, è un indebolimento dell’offerta di sanità pubblica ai cittadini. In particolare in Italia si assiste ad una mercificazione della professione medica: ci sono professionisti che, ad esempio, lavorano a gettone e si spostano da un ospedale all’altro. Questo fenomeno dovrebbe interrogare anche i medici stessi, perché è una deriva molto pericolosa.
Vediamo adesso come si muoverà il Governo. Come sindacato riteniamo giusto e necessario essere coinvolti nel confronto su queste tematiche per quanto riguarda non solo il personale medico ma tutto il personale sanitario, per affrontare e risolvere una serie di tematiche che sono ferme da molti anni.”
Tra le questioni poste dai medici c’è anche quella previdenziale, sulla quale si è soffermato il Segretario CSdL Enzo Merlini. “Il problema del mancato cumulo dei versamenti previdenziali tra San Marino e Italia ce l’hanno tutti i dipendenti pubblici; non solo i medici, ma anche gli infermieri e tutti il personale sanitario, ma anche altre figure professionali delle PA ed è un problema rilevante. Inizialmente sembrava che il DG Bevere, con i suoi rapporti con le autorità ministeriali italiane, potesse contribuire a risolverlo, ma in realtà non è così semplice, perché la Convenzione del 1974 fra i due Stati ha bisogno di essere modificata. La controparte italiana, a quanto ci hanno riferito, non si è resa disponibile ad affrontare questo punto in via prioritaria.
La buona notizia è che se dovesse andare in porto l’accordo di associazione con la UE il problema verrebbe risolto, perché le normative europee prevedono l’obbligo di riconoscere la cumulabilità dei contributi maturati in tutti i paesi aderenti e associati.
Sull’intera questione pensionistica sollevata dai medici bisogna fare chiarezza, ad iniziare dal fatto che viene rivendicata una parificazione delle pensioni sanmarinesi a quelle italiane, in quanto più basse. Questo è vero, ma bisogna riflettere sui motivi.
Intanto va sottolineato che nella recente riforma pensionistica è stata introdotta, su nostra richiesta, la possibilità da parte di qualunque lavoratore di optare per il sistema contributivo. Noi non lo vogliamo per i redditi più bassi, perché produrrebbe pensioni da fame. Al contrario, per i redditi molto alti – e questo vale per tutte le categorie – il sistema retributivo, con i tetti previsti, è estremamente penalizzante. Per rendere applicativa questa opzione occorre che vengano realizzate le tabelle di conversione, per tradure la somma dei contributi versati nell’importo dell’assegno previdenziale.
Tornando all’entità delle pensioni, occorre ricordare che in Italia i contributi versati da tutti i lavoratori sono pari al 33% da decenni. A San Marino, le aliquote sono state pari all’11,90% fino al 2005, per poi aumentare gradualmente fino al 25,5% nel 2018; dal 2023 cresceranno ancora per arrivare a regime nel 2029 quando, tra primo e secondo pilastro, le aliquote saliranno al 31,5%. È evidente quindi che se, ad esempio, un medico optasse oggi per il sistema contributivo e avesse lavorato a San Marino per 30 anni, non avrebbe comunque a parità di reddito la medesima pensione di un medico italiano, perché i contributi versati sono stati nettamente più bassi.
Per la prospettiva è diverso; i contributi complessivi saranno più o meno simili, e quindi le pensioni sanmarinesi e italiane sostanzialmente si equivarranno a parità di reddito. Quindi, deduco che sia stato sollevato un problema senza avere acquisito le necessarie informazioni, perché in realtà dovrebbe essere già risolto. Ne avremo la certezza una volta applicate le aliquote di conversione.
È stato sollevato anche un altro punto, ovvero il costo eccessivo dell’acquisto degli anni di laurea; è un problema che abbiamo posto anche noi, per tutti i lavoratori. Non ci risulta esserci una penalizzazione particolare solo per i medici: faremo i dovuti approfondimenti. Secondo noi occorre prima di tutto avere le proiezioni per conoscere nel dettaglio quali sono i benefici, in termini di anticipo dell’età di pensionamento e di incremento dell’assegno, al fine di introdurre sgravi mirati per il riscatto degli anni di laurea. Ovviamente i costi e gli effetti sono molto diversi tra il sistema contributivo e quello retributivo; con quest’ultimo si paga di più perché, in generale, si percepisce più di ciò che si versa.
Sulle problematiche poste dai medici, siamo a disposizione per confrontarci, in quanto riteniamo di essere un soggetto contrattuale a pieno titolo per tutte le categorie di lavoratori. Più in generale, chiediamo di discutere con le Autorità preposte le misure da adottare per attrarre in territorio tutte le professionalità necessarie.”
Va rilevato che nei giorni successivi all’ultima puntata di “CSdL Informa” l’Ordine dei Medici ha chiesto un incontro con le organizzazioni sindacali, specificatamente sulla questione previdenziale.
CSdL