Interventi su reddito minimo e assegni familiari: è sufficiente modificare le cifre

Posted On 17 Lug 2023
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Rispetto a questi due istituti, che il sindacato chiede di modificare da tempo per dare maggiore sostegno ai cittadini più in difficoltà, l’impianto normativo esiste già, quindi basterebbe una semplice modifica sui numeri, sia dei criteri di accesso che degli importi. Resta la necessità di altri interventi per tutti i lavoratori e pensionati i cui redditi hanno perso potere d’acquisto, e per calmierare gli interessi sui mutui. Prosegue il confronto sul contratto PA. Concluso il referendum sul Testo Unico del contratto industria; le assemblee hanno permesso di far comprendere appieno il valore fondamentale dell’erga omnes

RSM 17 07 2023 – Anche la politica dei redditi è al centro del sit-in di protesta che le tre organizzazioni sindacali hanno convocato con i rappresentanti sindacali e i cittadini per l’intera giornata di mercoledì 19 luglio in Piazza della Libertà, durante i lavori del Consiglio Grande e Generale. A parlare dell’argomento, nell’ultima puntata di “CSdL Informa”, è stato il Segretario Confederale William Santi, all’indomani dell’incontro deludente con il Segretario di Stato per le Finanze. “Già nella convocazione ci veniva suggerito di portare delle idee solo sul reddito minimo familiare, quindi si era capito che altri interventi non erano stati presi in considerazione dalla Segreteria di Stato, come abbiamo constatato durante l’incontro. Unica altra disponibilità è stata quella di rivedere l’importo degli assegni famigliari.

L’estensione dell’intervento del reddito minimo familiare ad un numero maggiore di cittadini in condizioni economiche molto critiche, è una richiesta che il sindacato ha avanzato da quando è stato istituito questo strumento, di cui beneficiano addirittura solo tre nuclei familiari in tutta San Marino. Per allargare la platea dei beneficiari e per aumentare gli importi sia per il reddito minimo familiare che per gli assegni familiari, in particolare quello integrativo, in realtà si tratta di fare un’operazione molto semplice: poiché l’impianto normativo esiste già, è sufficiente modificare le cifre, a partire da quelle legate ai criteri di accesso, es. il reddito procapite familiare, i risparmi, ecc. è solo una questione di volontà politica.

Al di là di questi interventi particolarmente necessari e urgenti, resta il fatto che l’inflazione in questi ultimi anni ha colpito i redditi di molte famiglie, che hanno perso quote significative di potere d’acquisto. Anche ai lavoratori e pensionati vanno date delle risposte, attraverso interventi da inserire nella legge di assestamento di bilancio. Molti paesi in Europa e nel mondo hanno adottato questi provvedimenti di contrasto all’inflazione in favore dei cittadini. Ad esempio l’Italia, che non è certo il paese più virtuoso d’Europa, ha ridotto la quota di contribuzione dei lavoratori dipendenti (taglio del cuneo fiscale) in misura decrescente con l’aumentare dello stipendio annuo, ed ha realizzato un intervento di salvaguardia delle pensioni. A San Marino le stesse pensioni sono state rivalutate solo del 2,2% per quelle più basse, una percentuale molto lontana dai livelli di inflazione.

È evidente che aiutare le famiglie di lavoratori e pensionati non è una preoccupazione di questo Governo, mentre per altri tipi di intervento, come le residenze fiscali non domiciliate – inserite nell’assestamento di bilancio nonostante l’ondata di proteste della cittadinanza dei mesi scorsi – si muove con grande determinazione. Un intervento particolarmente necessario e urgente è anche quello per calmierare gli interessi sui mutui, che sono saliti alle stelle, creando grandi difficoltà a molti cittadini e famiglie. Un governo che tiene alla sua cittadinanza deve intervenire senza più nessun indugio.”

Il Segretario FUPI Antonio Bacciocchi ha fatto il punto sugli incontri per il rinnovo del contratto della PA. “Il confronto prosegue, con incontri tecnici e politici con la delegazione di Governo, anche con la presenza del nuovo Segretario agli Interni avvocato Gian Nicola Berti, e con la Funzione Pubblica. Con quest’ultima ci siamo confrontati sui temi normativi più complessi da affrontare; c’è il tema della flessibilità, dell’inserimento della cassa integrazione per i profili fino al terzo grado, e l’adozione di un sistema di valutazione per i dipendenti pubblici. A breve la stessa Funzione Pubblica dovrebbe elaborare un nuovo testo, aggiornato sulla base degli ultimi incontri che abbiamo svolto, sia di carattere tecnico che politico. È già in calendario un nuovo incontro con la delegazione di Governo per i primi di agosto. Sembra che ci sia la volontà di proseguire, e vedremo quali risultati produrrà questo confronto; successivamente, se tutto va come speriamo, nel mese di agosto potremo incontrare i lavoratori per illustrare quanto scaturito dalla trattativa.”

Il referendum sul Testo Unico del contratto dell’industria si è concluso nei giorni scorsi, e sull’argomento si è soffermato il Funzionario FULI Davide Siliquini. “Questa lunga cavalcata iniziata nel mese di febbraio, ci ha portato a fare assemblee in circa 200 aziende, che occupano circa 7.500 lavoratori. I votanti sono stati oltre 5.000; possiamo esprimere grande soddisfazione per la partecipazione democratica.

L’aspetto maggiormente approfondito e che ha destato particolare interesse da parte dei lavoratori è il principio dell’erga omnes: un principio giuridico che nasce a San Marino nel 1961, con la legge sul lavoro. Con una notevole lungimiranza, all’epoca il sindacato ne propose l’introduzione. Soprattutto nelle aziende più piccole, siamo riusciti a farne comprendere compiutamente il valore, anche in rapporto ad altri sistemi.

In Italia, le Confederazioni sindacali stanno cercando di introdurre questo principio, che è contenuto nella Costituzione, ma che ancora non è stato in tradotto in legge. In passato il caso più emblematico è stato quello della Fiat, quando l’allora amministratore delegato Marchionne uscì da Confindustria per non applicare il contratto nazionale dei metalmeccanici e poterne fare uno aziendale.

A San Marino, proprio per effetto dell’erga omnes, una simile operazione non sarebbe possibile; infatti, tutte le aziende di un settore devono obbligatoriamente applicare i contenuti del contratto nazionale, a prescindere dal numero dei dipendenti: è risaputo che i lavoratori delle piccole aziende hanno una ridotta forza contrattuale. Si tratta di un forte elemento di coesione sociale oltre che contrattuale; non ci possono essere contratti pirata o differenziati in aziende che operano nello stesso settore, se non migliorativi, e questo fa in modo che tutti siano allineati sulla stessa linea di partenza.

L’iter si concluderà con la verifica dei risultati da parte del Comitato Elettorale, il quale li trasmetterà al Comitato Garante per la contrattazione collettiva che, in caso questa sia positiva, pubblicherà il contratto sul Bollettino Ufficiale. Da quel momento in poi il Testo Unico del contratto collettivo nazionale dell’industria assumerà valore di legge, e dovrà essere applicato a tutti i lavoratori del settore.”

CSdL