Intermediazione di manodopera affidata a lavoratori autonomi: si legittimerebbe la raccomandazione!

Posted On 18 Set 2022
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La riforma del mercato del lavoro, depositata in prima lettura, tra gli argomenti dell’ultima puntata di “CSdL Informa”. San Marino dovrebbe vantarsi del livello di tutele realizzato nel corso dei decenni per il mondo del lavoro. Invece, in nome dell’avvicinamento all’Europa, si vogliono copiare altri sistemi molto meno “rigidi” e con molta più precarietà

RSM 19 settembre 2022 – È stato “concentrato” in 4 incontri il confronto con il sindacato da parte della Segreteria di Stato competente sulla riforma del mercato del lavoro; nonostante ciò, la stessa Segreteria ha depositato il progetto di legge per la discussione in prima lettura nella prossima sessione consiliare di settembre.

Anche alla luce di questa accelerazione dell’iter consiliare, la Confederazione del Lavoro ha affrontato l’argomento nella 33a puntata di “CSdL Informa”; si è parlato anche delle altre riforme e del rapporto dell’agenzia di Rating Fitch, che ha declassato San Marino. Hanno partecipato il Segretario Generale Enzo Merlini e il Segretario Confederale William Santi, mentre Giuliano Tamagnini ha coordinato il dibattito.

In premessa la CSdL ha ribadito che in questa fase di quasi piena occupazione (la disoccupazione femminile è pari al 4%, mentre quella maschile è all’1,5%), non vi era nessuna necessità né urgenza di modificare le norme sul mercato del lavoro. I problemi principali a livello occupazionale a San Marino restano la collocazione delle donne, e delle persone con deficit fisici o di altra natura, che spesso devono ricorrere a strumenti come gli inserimenti terapeutici, senza poter accedere ad un lavoro vero e proprio. L’esigenza di cui occuparsi era proprio favorire la collocazione di queste categorie con maggiori difficoltà, ma a quanto pare il Governo ha altre priorità.

Nel progetto di legge, da un lato si riporta il periodo di lavoro a tempo determinato a 12 mesi, dagli attuali 18. Senz’altro è una modifica positiva, ma ricordiamo che era stata la stessa politica ad allungare questo periodo ad un anno e mezzo; i 12 mesi erano già stati sanciti a livello contrattuale. Dall’altro lato si vuole tornare ad allentare e ridurre alcune limitazioni per il ricorso al lavoro interinale, che il sindacato aveva conquistato con gli scioperi del 2005, rendendone difficile l’utilizzo.

Ma anche senza lavoro interinale le nostre aziende stanno lavorando bene e la disoccupazione è a livelli minimi; vuol dire chiaramente che di questo strumento non vi è alcuna necessità! Vedremo come verrà regolamentato, attraverso una analisi approfondita dell’ultimo testo del progetto di legge, da noi appena ricevuto.

Vi sono altri elementi di novità: oggi, se un soggetto privato fa una segnalazione di personale ad un’azienda, rischia una denuncia, perché è vietato, mentre nel PdL questa pratica verrebbe depenalizzata. Ciò è comprensibile, ma la cosa grave è che formalmente si introduce l’intermediazione di manodopera da parte di lavoratori autonomi. Che criteri utilizzerà il mediatore per selezionare lavoratori per un’azienda che non richiede una specifica professionalità?

Oggi l’Ufficio del lavoro ha il dovere di fornire i nominativi di tutti coloro che hanno le caratteristiche richieste, mentre domani si potrebbe verificare l’assurdo per il quale il professionista si faccia pagare dalle imprese per collocare amici e parenti, addirittura disponendo di proprie liste personali, nelle quali peraltro difficilmente comparirebbero le persone con maggiori difficoltà nell’inserimento al lavoro. I soggetti privati potrebbero anche arrivare ad avere un ruolo prevalente rispetto all’ufficio pubblico, come succedeva prima del 2005, di fatto legittimando la raccomandazione.

Sembra che questa manovra venga motivata come una necessità richiesta dall’Europa, in vista dell’accordo di Associazione, dimostrando che a San Marino siamo disposti a copiare altri sistemi molto meno “rigidi” e con molta più flessibilità (leggasi precarietà), negli invii al lavoro. Da alcuni settori della politica si tenta di far emergere una contraddizione che in realtà non c’è; da un lato – dicono – il sindacato è europeista, dall’altro però non vuole quella (de)regolamentazione del mondo del lavoro che vige in Europa. In realtà, il fatto che l’UE non accetti monopoli (in questo caso pubblico) non può essere inteso quando ciò serve per garantire pari opportunità a tutti i cittadini in un Paese di piccole dimensioni come il nostro. Se l’obiettivo è migliorare l’operatività nel mettere in relazione domanda e offerta di lavoro, lavoriamo su questo!

Al 31 dicembre 2021, quasi il 19% degli occupati aveva un contratto a tempo determinato, il che vuol dire che la “flessibilità” non manca. Ciò nonostante possiamo vantare la realizzazione di un buon livello di tutele nel nostro paese, se rapportate ad altri contesti, e le imprese sammarinesi hanno dimostrato una forte capacità di agganciarsi alla ripresa economica, migliore di quelle di altri paesi in cui esiste una grande varietà di rapporti di lavoro, molti dei quali precari. Questo vuol dire che il nostro sistema non è affatto da buttare!

Una sintesi degli altri temi trattati in “CSdL Informa” verrà trasmessa nei prossimi giorni.

CSdL