San Marino di nuovo bersaglio dei giornali italiani; incomprensibile l’assenza di reazioni 

Posted On 08 Mag 2024
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In particolare, rispetto ad un recente articolo del Sole 24 Ore. Sorprende il silenzio del Governo e dell’ANIS; se l’opinione degli industriali italiani è quella del quotidiano di cui Confindustria è il maggiore azionista, chi verrà ad investire a San Marino? La CSdL ha chiesto informazioni sui numeri del Registro Navale sammarinese, che al momento non sono stati forniti

RSM 8 05 2024 – In passato, il nostro Paese è stato più volte oggetto di attenzione dai media italiani, ed erano alcuni anni che San Marino non destava “particolari attenzioni” negative. Recentemente, invece, alcuni giornali e reti televisive italiani hanno di nuovi puntato i riflettori su San Marino, e il Sole 24 Ore è stato particolarmente attivo in proposito.

Sull’argomento è intervenuto il Segretario Generale CSdL Enzo Merlini durante l’ultima puntata di “CSdL Informa”.

“Dunque ci risiamo: dalla questione residenze atipiche, alle recenti vicende relative alla proliferazione di autonoleggi che hanno sortito reazioni da parte delle Istituzioni italiane, al Registro Navale, il Sole 24 Ore dipinge nuovamente San Marino come un Paese che strizza l’occhio all’economia off-shore. Anche noi abbiamo contestato aspramente certe scelte, mentre buona parte della classe politica ne vanta la legittimità e l’opportunità.

È singolare che il Governo non abbia reagito all’articolo, così come l’ANIS, che vanta rapporti di stretta collaborazione con l’azionista di maggioranza del quotidiano, ovvero la Confindustria. Se l’opinione che gli industriali italiani hanno della RSM è quella descritta dal Sole 24 Ore, viene da chiedersi chi mai vorrà anche solo ipotizzare un investimento produttivo nel nostro Paese.

A quanto pare, il problema ce lo poniamo soltanto noi, anzi spesso veniamo accusati di debordare dal nostro ruolo. A costoro rispondiamo ricordando che da ben prima della crisi finanziaria globale del 2008 ci siamo distinti per le nostre critiche e proposte rispetto al modello di sviluppo economico e che ciò fa parte dell’attività sindacale.

Nel 2011 le Federazioni Industria della CSU svolsero una campagna in tutto il territorio, alla quale parteciparono migliaia di lavoratori e lavoratrici. Era intitolata “Noi amiamo San Marino: il Paese si salva se salviamo il lavoro” e incitava la politica a fare scelte chiare nel sostenere l’economia reale ed abbandonare quella opaca.

Riteniamo che la situazione richieda una nuova presa di coscienza dei lavoratori e del sindacato, che ha già intrapreso iniziative forti ed unitarie, come il contrasto alla legge che ha introdotto le residenze fiscali non domiciliate.”

“Da parte nostra – ha puntualizzato il Segretario CSdL – anche a seguito della posizione assunta dopo l’emanazione del Decreto dello scorso anno, relativo al Registro Navale sammarinese, abbiamo cercato di acquisire maggiori informazioni contattando la Dirigenza dell’Authority per la Navigazione, alla quale abbiamo chiesto di fornirci una serie di dati sulle imbarcazioni battenti bandiera sammarinese. Ad oggi ancora non sono pervenuti.

L’unica informazione disponibile sui numeri del Registro Navale sammarinese è quella rilasciata alla San Marino RTV l’8 luglio 2023 dal Direttore Generale: “abbiamo già qualche centinaio di yacht registrati”.

Nel servizio, lo stesso D.G. affermava con orgoglio che la nuova normativa sammarinese sarebbe concorrenziale con Paesi off-shore come le isole Cayman, Panama e la Liberia. Dalla sede dell’Authority ci è stato riferito però che dei benefici fiscali derivanti dal Decreto Delegato emesso a giugno 2023 non ne ha beneficiato ancora nessuno, perché al momento non ci sarebbero soggetti esteri che abbiano la sede legale a San Marino. Quindi, le imposte ed i rapporti di lavoro del personale marittimo seguono le disposizioni vigenti nel Paese ove ha sede la proprietà delle imbarcazioni.

La domanda che è sorta del tutto naturale è: perché un soggetto estero che non ha alcun rapporto con San Marino dovrebbe chiedere ed ottenere la bandiera del nostro Paese? La risposta è stata semplice: perché noi siamo molto più celeri di altre giurisdizioni e ciò è del tutto regolare ed ammesso dalle normative internazionali, tanto che diversi altri Paesi fanno la stessa cosa.

Non dubitiamo che San Marino sia conforme agli standard e alle convenzioni internazionali (ci mancherebbe anche questo, visto il percorso intrapreso rispetto all’accordo di Associazione all’UE), ma ci pare alquanto bizzarro che ci siano imbarcazioni battenti bandiera sammarinese sulle quali non è possibile effettuare direttamente da parte dello Stato alcun controllo sulle attività che vengono svolte e sul trattamento dei lavoratori.

Non va dimenticato infatti che una nave è a tutti gli effetti territorio del Paese di cui batte bandiera, per cui quello che succede a bordo ci interessa, eccome.

CSdL