Contratto settore banche: trattativa sbloccata, ma la proposta delle controparti va migliorata
Uno degli argomenti di “CSdL Informa” – Non è ancora sufficiente la proposta di aumento per il 2025, del solo 1% a fronte di una inflazione stimata almeno al 2%, e la percentuale una tantum, ferma al solo 2%. Al momento non sono stati fissati ulteriori incontri. Conclusa la procedura referendaria per il contratto dei servizi
RSM 6 marzo 2024 – Gli sviluppi del contratto del settore bancario sono stati al centro della puntata di ieri di “CSdL Informa”, andata in onda in diretta sulla pagina Facebook “Cuore CSdL”.
Il funzionario FUCS Matteo Missiroli ha fatto il punto, sottolineando che dopo gli otto giorni di sciopero dei lavoratori del settore un passaggio importante è stato l’incontro tripartito di due settimane fa, che ha visto attorno al tavolo della trattativa, oltre ai sindacati, il Governo, rappresentato dai Segretari di Stato per il Lavoro e per le Finanze, ABS, ANIS e i direttori dei quattro istituti di credito sammarinesi.
“Al termine dell’incontro gli esponenti di Governo hanno condiviso la proposta della CSdL di riprendere la trattativa riconoscendo ai dipendenti del settore aumenti analoghi a quelli ottenuti nel rinnovo contrattuale del settore pubblico allargato, senza che i lavoratori debbano concedere nessuna contropartita.
Nel successivo incontro, avvenuto solo con ABS e ANIS, le controparti hanno esplicitato una proposta di aumento complessivo del 6%, così suddiviso: 3% per il 2023 e 2024, l’1% per il 2025, più un 2% una tantum di arretrati.
Questa proposta, pur ricalcando come percentuale complessiva gli aumenti del contratto PA, non è ancora sufficiente: le organizzazioni sindacali chiedono una percentuale più alta per il 2025; il solo 1% non basta a coprire una inflazione che per il prossimo anno, secondo le previsioni più attendibili, sarà almeno del 2%. I lavoratori del settore non sono disposti a perdere ulteriore potere d’acquisto, dopo aver visto le loro retribuzioni ferme per oltre 13 anni.
Anche la percentuale una tantum di arretrati non è sufficiente. Quello dei dipendenti bancari è il contratto che è scaduto da più lungo tempo, e le retribuzioni hanno subito pesantemente gli effetti dell’inflazione, perdendo più del 33% del loro potere d’acquisto.
Al momento non sono stati fissati ulteriori incontri per la prosecuzione della trattativa. Per arrivare ad un accordo la proposta delle controparti deve essere aggiustata e migliorata.”
Sull’argomento è intervenuto anche il Segretario CSdL Enzo Merlini, il quale ha rilevato come la proposta della CSdL, condivisa dal Governo al tavolo tripartito, di riconoscere almeno gli stessi aumenti della PA per il periodo 2022 – 2024, non sia stata fatta propria dalle controparti. Il contratto PA è stato preso a riferimento in quanto scaduto da un periodo simile a quelle delle banche, e anche considerando il fatto che Cassa di Risparmio è la banca dello Stato.
“La proposta di ABS, sommando le percentuali è la stessa, ma il valore economico è inferiore rispetto agli aumenti riconosciuti ai dipendenti pubblici. Per quanto riguarda gli arretrati una tantum, la percentuale deve salire almeno al 2,5%, comprendendo la differenza, rispetto al contratto PA, dell’1,5% per il 2022 e dell’1% per il 2023.”
Enzo Merlini ha poi aggiunto: “Ricordo che i Segretari Generali sono stati presenti esclusivamente all’incontro tripartito, mentre non fanno parte del tavolo negoziale; visto che questa proposta è stata avanzata proprio dal sottoscritto, colgo l’occasione per esprimere le dovute puntualizzazioni, tra cui il fatto che la rivalutazione delle retribuzioni a regime sarebbe comunque inferiore a quella della PA. Si tratta di centesimi, in percentuale, ma in una prospettiva pluriennale diventeranno unità.”
Il funzionario FUCS Matteo Missiroli ha fatto un riferimento anche al contratto dei servizi, che interessa circa 3.100 lavoratori, per il quale è terminata la procedura referendaria, che ha avuto un ottimo riscontro. Il contratto prevede un aumento complessivo del 6% per il triennio che va dal 2022 al 2024. Hanno espresso il loro voto più di mille lavoratori. Ora la parola passa al Comitato Garante, che farà le necessarie verifiche per poi arrivare alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale, che darà al contratto il valore erga omnes.
“È un passaggio molto atteso perché il contratto servizi a tutt’oggi non ha visto riconosciuti in busta paga gli aumenti per i lavoratori, a differenza degli altri rinnovi contrattuali. Siamo partiti proprio da questo contratto per svolgere il referendum per consentire ai lavoratori del settore di percepire quanto prima possibile gli aumenti retributivi in busta paga.”
CSdL
– Si allega tabella
– NOTA: Seguono successivi comunicati su altri argomenti trattati in “CSdL Informa”