Politica dei redditi e il silenzio del Governo: diritti verso lo sciopero generale

Posted On 26 Nov 2023
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Il PdL sul bilancio previsionale 2024 è in prima lettura la prossima settimana, ma l’Esecutivo non ha convocato nessun incontro con i sindacati. Mancano totalmente gli interventi necessari per sostenere le fasce più deboli della società e per tutelare i redditi dei lavoratori e dei pensionati dal caro-vita. Tra gli interventi più urgenti: la modifica dei criteri per l’accesso al reddito minimo familiare, riconosciuto a pochissimi casi, mentre decine di famiglie si rivolgono alle associazioni benefiche di solidarietà. È inaccettabile che lo Stato non si prenda cura dei propri cittadini sulla soglia della povertà

RSM 24 11 2023 – Con un’ampia partecipazione giovedì 23 novembre si sono svolte al Teatro “Nuovo” di Dogana le prime due assemblee intercategoriali indette dalle tre organizzazioni sindacali. Questo ciclo assembleare, che coinvolge i lavoratori di tutti i settori ed i pensionati, sono l’occasione per informare e confrontarsi sulla totale assenza di risposte da parte dell’Esecutivo alle reiterate richieste dei tre sindacati di aprire un tavolo di confronto sulla politica dei redditi, per addivenire a misure concrete di supporto alle fasce sociali in serie difficoltà economiche, e per proteggere i redditi da lavoro e da pensione più bassi dal caro-vita.

Gli elevati livelli di inflazione, causati in particolare dall’aumento del costo dei prodotti di largo consumo, degli interessi sui mutui, degli affitti e delle utenze domestiche, non hanno potuto essere compensati dai contratti di lavoro, rinnovati in quasi tutti i settori. Per colmare in misura significativa la differenza, che supererà ampiamente il 10% nel periodo compreso tra il 2021 ed il 2024, lo Stato deve necessariamente fare la sua parte.

Nella legge di riforma pensionistica, a sua volta, nonostante le proteste del sindacato sceso in piazza un anno fa, la maggioranza ha imposto un adeguamento delle pensioni all’inflazione per un valore massimo del 2,2% per quelle più basse e a scalare fino ad azzerarsi per le successive. I sindacati rinnovano la richiesta di stralciare questo limite e di concordare ogni anno una percentuale di adeguamento delle pensioni in base all’andamento inflazionistico e dei contratti di lavoro.

Come hanno sottolineato i Segretari Generali di CSdL-CDLS-USL, gran parte dei Paesi europei hanno assunto provvedimenti concreti per sostenere i redditi dei cittadini; il Governo di San Marino, invece, non ha nemmeno risposto alla ulteriore missiva del sindacato inviata oltre un mese fa, con cui aveva presentato un aggiornamento dettagliato delle proprie proposte. Gli interventi vanno inseriti nella legge di bilancio previsionale per l’anno 2024; il relativo PdL è all’ordine del giorno in prima lettura nella sessione consiliare della prossima settimana. Il Governo è talmente autoreferenziale che non ha convocato il Sindacato neanche per illustrare e dare vita al confronto sulle sue proposte, come avviene abitualmente.

La nostra richiesta di carattere generale è quella di recuperare il 10% del potere d’acquisto perso per redditi fino a 25.000 euro lordi annui, da ridursi proporzionalmente fino ad azzerarsi oltre i 35.000 euro annui. Parte di questo obiettivo si potrebbe realizzare con la riduzione dei contributi previdenziali, compensata da stanziamenti del bilancio dello Stato.

Un’altra parte potrà essere raggiunta applicando la legge tributaria in vigore, laddove stabilisce che gli scaglioni di reddito imponibile vanno depurati dagli effetti dell’inflazione; il relativo risparmio fiscale non va riconosciuto a tutti, ma concentrato sui redditi più bassi. Quindi si tratterebbe di una misura a costo zero per lo Stato. Gli assegni familiari, il cui importo è stato incrementato del solo 10%, vanno aumentati di un ulteriore 20% per adeguarli all’inflazione che si è registrata dal 2009.

Vanno inoltre sostanzialmente modificati i criteri di accesso al reddito minimo familiare per includere una platea molto più ampia di cittadini in stato di difficoltà; attualmente sono così stringenti che fino a pachi mesi fa ne beneficiavano solo 3 nuclei familiari, mentre sono decine quelli che si rivolgono alle associazioni benefiche di volontariato.

È inaccettabile che lo Stato non si prenda cura dei suoi cittadini in ristrettezze economiche se non addirittura in condizioni di povertà, delegando totalmente questo compito ad altri soggetti, che svolgono comunque un ruolo lodevole ed encomiabile. Il passo successivo a questa fase di mobilitazione – se non arriverà a breve la disponibilità del Governo a discutere ed inserire nel PdL di Bilancio 2024 le misure richieste – non potrà che essere lo sciopero generale.

Le prossime due assemblee sono in programma martedì 28 novembre, entrambe presso la sala Gualdo di Gualdicciolo. Ricordiamo che il calendario completo è scaricabile sui rispettivi siti e pagine Facebook di CSdL, CDLS e USL. Le tre organizzazioni sindacali rinnovano l’invito a tutti i lavoratori a partecipare alla specifica assemblea a cui sono stati convocati, a cui sono invitati anche i pensionati.

CSdL – CDLS – USL