Contratti: il Governo deve dare il buon esempio e firmare il rinnovo per  PA e AASLP

Posted On 08 Ott 2023
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Manca all’appello anche quello delle banche. Per il contratto PA è indispensabile chiudere il contratto in tempi brevi, in quanto siamo a fine legislatura. Contratto settore alberghiero e ristorazione: oltre agli aumenti, basta tariffe da fame per gli studenti lavoratori

RSM 8 10 2023 – La lunga e complessa stagione dei rinnovi contrattuali, sebbene abbia fatto registrare la sigla di molti accordi con le controparti datoriali, anche recentemente, non è ancora giunta al temine; mancano alcune firme per coprire tutti i settori lavorativi. Quello numericamente più rilevante è rappresentato dalla Pubblica Amministrazione, a cui si aggiungono i salariati AASLP e le banche. Il quadro dei rinnovi contrattuali lo hanno tracciato i Segretari delle Federazioni Servizi e PA della CSdL, rispettivamente Stéphane Colombari e Antonio Bacciocchi.

È alquanto disdicevole e paradossale, hanno entrambi commentato, che sia stato  proprio il datore di lavoro pubblico – sia per i dipendenti PA che per i salariati AASLP – ad aver creato le maggiori resistenze e difficoltà nel riconoscere ai propri dipendenti, dopo molti anni di stipendi bloccati, il sacrosanto rinnovo del contratto, tanto più in un periodo di così alta inflazione.

Le Federazioni  Pubblico Impiego rinnovano costantemente l’appello a giungere alla firma in tempi brevi, anche perché la legislatura è alle battute finali, ed una eventuale crisi di Governo vanificherebbe tutto il lavoro negoziale fatto.

“Con un contratto fermo da molti anni – ha rilevato il Segretario FUPI Antonio Bacciocchi – ci sono in piedi tante situazioni aperte sul piano normativo, portate alla luce anche dal recente Attivo dei delegati PA, che rendono ancora più complesso il rinnovo contrattuale. Dopo una fitta serie di incontri ci aspettiamo che l’Esecutivo  dia la disponibilità a trovare una intesa. In tal caso, subito dopo procederemo con le assemblee con i lavoratori per velocizzare i tempi e chiudere il contratto.

La parte normativa è molto complessa, mentre l’ipotesi di adeguamenti economici è   in linea con i rinnovi dei contratti del settore privato; si parla di una durata triennale,  con aumenti complessivi tra il 5% e il 6%. Ovviamente tali adeguamenti non sono in grado di coprire per intero l’inflazione, ma sicuramente rappresentano un segnale verso dipendenti pubblici.”

“L’acconto che hanno ottenuto i lavoratori salariati – ha puntualizzato il Segretario FUCS Stéphane Colombari – non è arrivato da una proposta del Governo, ma sono  stati gli stessi salariati a mobilitarsi e a manifestare davanti alla Segreteria competente. A tutt’oggi la trattativa è in stallo.

Per quanto riguarda il rinnovo del contratto bar-alberghi-ristoranti-mense dei giorni scorsi, è stato l’atto conclusivo di una trattativa tutt’altro che semplice, perché il settore alberghiero e della ristorazione è stato molto sensibile alle ultime crisi. L’intesa siglata con USOT, OSLA e USC non ha toccato gli aspetti normativi del contratto. Abbiamo ottenuto un aumento complessivo per il triennio 2022-2024 pari al 5,5 per cento.

Questa è una risposta, ovviamente solo parziale, al forte impatto dell’inflazione sulle retribuzioni. Un aspetto specifico riguarda il trattamento dei giovani studenti che lavorano nel settore: allo studente che faceva la stagione estiva veniva pagata una tariffa oraria pari a 3,88 euro all’ora; un trattamento inaccettabile, derivato non dalle tabelle contrattuali, ma dal Decreto n. 156 del 2011, voluto dall’allora Segretario al Lavoro Francesco Mussoni. Con la firma del nuovo contratto, invece, la tariffa oraria non potrà essere inferiore ai 6,70 euro; questo è un passo avanti. Sul piano normativo, nonostante alcune richieste delle controparti non c’è nulla di variato.

L’altra tappa importante è stata la firma con ANIS e OSLA del testo unico del contratto servizi. Anche  questa trattativa è stata complicata, perché è un settore che raggruppa aziende con oggetti sociali molto variegati. Siamo arrivati al testo unico senza toccare in modo rilevante gli aspetti normativi; abbiamo ottenuto un 6% di aumenti per il triennio 2022-2024.

Il contratto servizi è l’unico in cui anche i datori di lavoro dovranno andare a votare, perché OSLA e ANIS non rappresentano il 50% dei datori di lavoro. Auspichiamo che il referendum delle aziende avvenga in tempi stretti. Naturalmente, così come per tutti gli altri contratti nazionali, ci sarà anche il referendum tra i lavoratori del comparto. Noi avremo necessità di tempi più lunghi in quanto dovremo svolgere assemblee presso le imprese più grandi, ed assemblee zonali per coinvolgere i dipendenti delle aziende più piccole. A conclusione dell’iter, se entrambi i referendum daranno esito positivo, come auspichiamo, il contratto avrà valore erga omnes; sarà quindi legge e si dovrà applicare a tutte le aziende del settore.”

Circa il rinnovo contrattuale delle banche, la trattativa è ancora agli inizi; pochi giorni fa le organizzazioni sindacali hanno ufficialmente presentato alla controparte la piattaforma rivendicativa.

CSdL