Riunito l’Attivo generale dei delegati delle tre organizzazioni sindacali

Posted On 12 Giu 2023
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Al centro del dibattito il rinnovo dei contratti scaduti, la politica dei redditi, i decreti in materia di lavoro e l’impatto della crisi di Governo sulla concretizzazione degli interventi richiesti dal sindacato e sostenuti dai lavoratori con lo sciopero generale

RSM 12 06 2023 – L’Attivo generale dei Delegati e Rappresentanti Sindacali di CSdL – CDLS – USL si è riunito nella mattinata di oggi per prendere in esame lo stato del confronto con il Governo e con le Associazioni di categoria sui temi posti alla base dello sciopero generale del 15 novembre scorso e del documento scaturito dall’Attivo unitario del 6 dicembre 2022. Tale documento è stato inviato ad inizio febbraio 2023 dopo avere verificato i contenuti della legge di bilancio e dei provvedimenti adottati dal Governo ad inizio anno.

In primo luogo, è stata manifestata insoddisfazione per il continuo rinvio del confronto di carattere generale, in particolare per quanto concerne i provvedimenti relativi alla politica dei redditi, ovvero rivolti al recupero del potere d’acquisto per i redditi da lavoro e da pensione. È noto infatti che i contratti di lavoro già sottoscritti non hanno potuto essere adeguati in toto rispetto all’incremento del costo della vita, mentre le pensioni sono state rivalutate solo del 2,2%.

L’Attivo è stato reso partecipe del fatto che il rinnovo di altri contratti di lavoro dei settori privati sembra in dirittura d’arrivo, con contenuti simili a quelli già sottoscritti, mentre la trattativa relativa a quello del Settore Pubblico allargato e dell’AASLP è decisamente in ritardo rispetto alla tabella di marcia indicata dal Governo, ovvero il 30 giugno prossimo.

La bozza presentata solo poche settimane fa contiene numerosissimi articoli, alcuni dei quali inaccettabili. Le OO.SS. hanno già chiesto, e lo ribadiranno in occasione dell’incontro fissato per il prossimo 15 giugno, di concentrare la trattativa sulla parte economica e la definizione del nuovo regime normativo e retributivo.

In occasione del primo incontro sulla politica dei redditi, avvenuto il 6 giugno scorso dopo numerose sollecitazioni, il Governo ha affermato che eventuali provvedimenti a sostegno dei redditi più bassi sono strettamente connessi al peso che il rinnovo del contratto del Settore Pubblico allargato avrà sul bilancio dello Stato.

Le OO.SS. ritengono inaccettabile il tentativo di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri, tenendo conto che per i dipendenti pubblici, anche se gli stipendi sono fermi dal 2010, è stato chiesto un adeguamento economico in linea con quanto recentemente concordato per i lavoratori del settore privato.

In merito ai provvedimenti di carattere generale, il Governo ha fornito disponibilità verbali unicamente sulla revisione degli assegni familiari e del FONDISS, al fine di consentire investimenti maggiormente remunerativi per i lavoratori. Non è casuale che tali disponibilità, una volta tradotte in provvedimenti concreti, non avrebbero alcun impatto sulle finanze pubbliche.

Tali interventi sono stati più volte sollecitati dal sindacato, ma serve anche molto altro. Occorre prevedere adeguati stanziamenti dal bilancio dello Stato per compensare la perdita del potere d’acquisto dei redditi da lavoro e da pensione, in particolare quelli più bassi. Il fatto che l’ICEE non sia ancora stata definita come auspicato, al fine di individuare con precisione le situazioni familiari che necessitano di maggiore sostegno, non può diventare l’alibi per non fare niente.

Per quanto concerne il confronto sui Decreti in materia di lavoro, relativi ai contratti a tempo determinato, al lavoro interinale ed ai distacchi, i Delegati e Rappresentanti sindacali hanno condiviso la posizione assunta dalle Segreterie Confederali, ovvero che non sarà accettato un ulteriore ampliamento della precarietà del lavoro. In tal senso, è stato posto l’accento sul fatto che il lavoro interinale ed i distacchi non possono diventare la normalità, sostituendo le assunzioni a tempo determinato ed indeterminato da parte delle imprese, ma devono costituire l’eccezione, dovuta ad esigenze di carattere effettivamente temporaneo, come stabilito dalla legge.

L’Attivo si è concluso sottolineando che la crisi politica non può giustificare ulteriori ritardi ed ha dato mandato alle OO.SS. di predisporre adeguate iniziative di mobilitazione delle Federazioni, per quanto concerne il rinnovo dei contratti di lavoro, e di carattere generale, per quanto concerne le rivendicazioni relative alla politica dei redditi ed ai Decreti in materi di lavoro, qualora in tempi ragionevolmente brevi non arrivino risposte adeguate dalle controparti.

CSdL – CDLS – USL