15° Congresso CES: anche la CSdL firma la risoluzione per lanciare la mobilitazione in Europa. No alle politiche di austerity che penalizzano i lavoratori e i pensionati!

Posted On 08 Mag 2023
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La Commissione Europea intende rivedere le politiche economiche e il patto di stabilità con il rischio di un ritorno a politiche restrittive. I salari reali, già diminuiti durante la pandemia, si sono abbassati ulteriormente per le conseguenze economiche dell’invasione dell’Ucraina e per il rialzo dell’inflazione. Al contempo si registrano continui attacchi ai diritti sindacali e alle condizioni di lavoro, cui occorre rispondere con la solidarietà sindacale internazionale. Si propone di organizzare iniziative di mobilitazione fin da giugno in ogni paese europeo, e una grande manifestazione europea in autunno

RSM 25 maggio 2023 – Al 15° Congresso della Confederazione Europea dei Sindacati in corso a Berlino, a cui la CSdL sta partecipando rappresentata dalla funzionaria FULI Simona Zonzini, anche la Confederazione del Lavoro ha firmato una risoluzione sottoscritta da diverse organizzazioni sindacali europee, in rappresentanza di circa 230 delegati su 600, che sarà posto in votazione domani, giornata conclusiva del Congresso. Una risoluzione finalizzata a lanciare una campagna di mobilitazione da parte della CES con inizio dal prossimo mese, con iniziative da svolgersi in ogni singolo paese, per culminare in autunno in una grande manifestazione a livello europeo. Tale appello alla mobilitazione su scala europea era stato lanciato, nel suo intervento al Congresso CES, dal Segretario Generale CGIL Maurizio Landini, per contrastare quella che ha definito “una crisi di sistema” contro la quale la risposta non può essere il ritorno alle politiche di austerità che penalizzano i lavoratori ed i pensionati.

Di seguito si riporta il testo della risoluzione che illustra le motivazioni e le modalità di attuazione di questa proposta di mobilitazione.

“Dopo anni di politiche di austerità, culminate in una risposta catastrofica alla crisi finanziaria ed economica globale del 2008, le risposte dell’UE e dei suoi Stati membri alle conseguenze sociali ed economiche della pandemia di COVID sono state più efficaci e basate sulla solidarietà.

 L’attuale proposta della Commissione di rivedere la governance economica e il Patto di Crescita e Stabilità rischia di spingere i nostri sistemi nazionali verso politiche restrittive che ostacolano i necessari investimenti economici e sociali. Il movimento sindacale europeo è chiamato a mobilitarsi nella lotta per la solidarietà, per strumenti finanziari europei che sostengano la crescita sostenibile, l’occupazione e per un’economia che dia risultati concreti ai lavoratori, per salari più alti e posti di lavoro di qualità, per una maggiore protezione sociale, per investimenti in servizi pubblici di qualità che garantiscano i diritti di cittadinanza, per una contrattazione collettiva forte e per il dialogo sociale, per i diritti dei sindacati e dei lavoratori, per un incremento degli investimenti pubblici nelle riconversioni industriali, per una politica fiscale giusta e redistributiva.

Le risposte inadeguate dell’Europa alle conseguenze economiche dell’aggressione russa contro l’Ucraina e alla crescente crisi del costo della vita, nonché la mancanza di condizionalità sociale nel piano industriale del Green Deal europeo, rischiano di annullare i progressi compiuti negli ultimi mesi e di dimostrare una mancanza di solidarietà.

Nel frattempo, i salari reali sono diminuiti drasticamente e i salari effettivi sono rimasti molto indietro rispetto all’inflazione, essenzialmente sospinti da extra profitti e non da aumenti salariali. I salari reali della maggioranza dei lavoratori erano già diminuiti durante la crisi del coronavirus. Non vedevamo uno sviluppo così disastroso da molto tempo. Diminuendo massicciamente i salari, si sta verificando un’enorme ridistribuzione dal lavoro al capitale. I danni di questa crisi del costo della vita sono stati aggravati dagli attacchi ai diritti sindacali e alle condizioni di lavoro, mentre i tentativi di criminalizzare la solidarietà sindacale internazionale sono sempre più preoccupanti.

Negli ultimi mesi lavoratori e pensionati sono scesi in piazza in tutta Europa con gli stessi obiettivi: per gli aumenti salariali, per un lavoro sicuro e dignitoso e stabile e non più precario, per gli investimenti pubblici, per pensioni eque, per la difesa dell’istruzione, della sanità, della cura e dei servizi pubblici, per un fisco equo che tolga a chi è più ricco, a chi specula; per la parità di diritti e salari tra uomini e donne, soprattutto perché le donne sono state colpite in modo sproporzionato dall’austerità e dai tagli; per un nuovo modello di sviluppo europeo basato su transizione giusta, giustizia sociale, equità, inclusione, vera democrazia a partire dal posto di lavoro.

Su questi obiettivi, il 15° Congresso Statutario della CES riunito a Berlino decide di promuovere un percorso di mobilizzazione a partire dal mese di giugno con varie iniziative nazionali che porteranno in autunno a una giornata di mobilitazione europea. A queste iniziative parteciperanno attivamente anche i membri del Segretariato e della Presidenza della CES eletti da questo Congresso, in modo da dare forza e unità all’unione sindacale europea.”

CSdL

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