Politica dei redditi: i contratti da soli non bastano a coprire tutta l’inflazione
Anche a San Marino vanno messi in campo interventi, come è già avvenuto in molti paesi europei, per aiutare le famiglie e i cittadini più colpiti dal caro vita. Una politica dei redditi seria deve passare attraverso uno strumento come l’ICEE, sia perché le risorse sono limitate, sia perché non è giusto fare interventi a pioggia. La CSdL sollecita nuovamente il Congresso di Stato ad avviare al più presto il confronto specifico. In caso contrario, si aprirebbe una nuova fase di mobilitazione dei lavoratori e dei pensionati
RSM 4 maggio 2023 – Dopo un incontro di carattere generale con la delegazione dell’Esecutivo avvenuto a fine marzo, il sindacato è ancora in attesa dell’avvio di un confronto specifico sulla politica dei redditi. Di questo impegno si era fatto carico il Segretario di Stato per il Lavoro, ma al momento non abbiamo nessuna notizia.
La necessità e l’estrema urgenza di attivare interventi a sostegno delle famiglie e dei cittadini più in difficoltà di fronte al continuo aumento del costo della vita, è stata nuovamente sottolineata nell’ultima puntata di “CSdL Informa”.
Stéphane Colombari, Segretario della Federazione Costruzioni e Servizi della CSdL, è partito da una panoramica sui rinnovi contrattuali dei diversi settori di cui si occupa la sua Federazione, essendo il tema dei contratti strettamente connesso alla politica dei redditi. “Ad eccezione del settore bancario, salvo sorprese dell’ultimo minuto – ha affermato – auspichiamo di concludere gli ultimi rinnovi contrattuali del settore privato in tempi brevi, mentre per quanto riguarda l’AASLP il confronto langue, in quanto connesso al settore pubblico, per il quale le trattative sono in stallo.
Mi riferisco in particolare al settore bar-alberghi-ristoranti e a quello dei servizi. I lavoratori del settore commercio con la busta paga di marzo hanno finalmente ricevuto, dopo un’attesa durata alcuni anni, gli aumenti concordati, compresi gli arretrati previsti per il 2022. Quindi per loro è arrivata una boccata di ossigeno sul piano economico.
Ma ovviamente gli aumenti retributivi percepiti con i rinnovi contrattuali dai lavoratori dei diversi settori non hanno coperto l’inflazione pregressa, né tantomeno arrivano alle percentuali che si stanno tuttora registrando.
Il costo della vita continua a lievitare, e questo chiaramente è un problema perché determina una perdita del potere di acquisto delle retribuzioni. Quindi i contratti collettivi di lavoro sono una risposta solo parziale all’inflazione attuale; il completamento di questa risposta non può che venire da una politica dei redditi seria, che secondo noi deve passare necessariamente attraverso uno strumento come l’ICEE, perché le risorse sono limitate e quindi è indispensabile che non siano indirizzate a pioggia, ma verso chi effettivamente ne ha più bisogno.
Tra le varie categorie di cittadini, si pensi ad esempio ai giovani appena entrati nel mondo del lavoro. Spesso iniziano a lavorare con inquadramenti bassi, e ovviamente non hanno ancora maturato gli scatti di anzianità; questo si traduce in retribuzioni generalmente piuttosto modeste. Se poi devono fare i conti anche con la spesa dell’affitto o del mutuo, con i tassi di interessi che stanno aumentando in modo esponenziale, diventa ancora più necessario disporre di interventi determinati da una politica dei redditi mirata ed efficace. In un contesto come quello attuale, avere questo strumento ci permetterebbe di poter agire in maniera più consistente, ad esempio, sulle rette dell’asilo nido, sugli assegni familiari, sulle bollette e quant’altro.”
“Tornando ai contratti – ha aggiunto il Segretario FUCS – vi sono settori come bar-alberghi-ristoranti, i servizi o il commercio, in cui la retribuzione oraria risulta più bassa rispetto ad altri comparti, anche perché c’è un nastro orario più lungo, fino a 42 ore e mezzo settimanali. Anche su questo fronte dovremo cercare di intervenire nell’ambito delle prossime tornate contrattuali.”
“La politica dei redditi – ha aggiunto il Segretario Confederale CSdL William Santi – faceva già parte dalle rivendicazioni dello sciopero generale del 15 novembre scorso. Sono necessari interventi economici per aiutare le famiglie, tenendo conto del fatto che l’aumento del costo della vita non ha la stessa incidenza per tutti; una famiglia monoreddito, ad esempio, ha molte più difficoltà di un nucleo familiare in cui entrano due buoni stipendi.
Per destinare in modo selettivo gli interventi di politica dei redditi è fondamentale avere uno strumento di misurazione del reddito e dei patrimoni dei cittadini. In molti paesi del mondo, anche in quelli molto indebitati come l’Italia, sono state destinate risorse per aiutare le famiglie con minori disponibilità economiche, attraverso varie modalità: creando un assegno semestrale, intervenendo sulle bollette e dando sostegno alle famiglie che hanno un ISEE basso.
Crediamo sia arrivato il momento di istituire anche a San Marino queste misure, per portare un po’ di giustizia in un paese dove c’è molta ricchezza, ma distribuita in modo iniquo. Ribadiamo che, in particolare in certi periodi di difficoltà diffusa, chi detiene più ricchezze deve mettere a disposizione delle risorse da destinare a chi ha un po’ di meno, perché siamo tutti parte di una comunità, che va mantenuta il più possibile coesa.
La CSdL torna dunque a sollecitare il Congresso di Stato affinché avvii al più presto un confronto che porti in tempi molto brevi all’adozione dei più efficaci interventi di politica dei redditi. “In caso contrario,” ha affermato il Segretario Generale Enzo Merlini, “non vedo altra strada che aprire una nuova fase di mobilitazione dei lavoratori e dei pensionati.”
CSdL