Quaranta milioni di interessi sul debito nel 2023: un altro salasso per lo Stato!
Il Segretario CSdL esprime forte preoccupazione per l’esborso in interessi per il prossimo anno; una somma che supera il 10% del bilancio pubblico. Ricostruita la vicenda del DES in Consiglio; vista la fretta con cui lo si voleva discutere, viene da chiedersi se qualcuno abbia già assunto impegni con l’investitore. Correntisti CIS: vanno individuati criteri oggettivi e imparziali per restituire parte delle somme bloccate nei casi di necessità, a partire dai lavoratori di aziende fallite che non hanno percepito le loro retribuzioni
RSM 27 dicembre 2022 – Nella legge di bilancio previsionale 2023 – una finanziaria “tecnica” che rimanda tutte le scelte politiche al prossimo anno – la parte essenziale è il rifinanziamento del debito estero e di una parte di quello interno, con la previsione di ulteriori 60 milioni in caso necessità.
Nel 2022 San Marino ha speso 31 milioni di euro in interessi sul debito pubblico, mentre la previsione è di 40 milioni per il prossimo anno. Di questo argomento si è parlato, assieme ad altre tematiche, nell’ultima puntata dell’anno di “CSdL Informa”, a cui hanno partecipato il Segretario Generale Enzo Merlini e il Segretario Confederale William Santi, con il consueto coordinamento di Giuliano Tamagnini.
“Non so se ci rendiamo conto di cosa vuole dire”, ha rilevato il Segretario Merlini. – “Significa che più del 10% del bilancio dello Stato se ne va in interessi sul debito, e questa è una cosa a mio giudizio drammatica. Poi ci sentiamo dire che il debito estero è stata una operazione di marketing straordinaria, ma mi pare che sia anche estremamente costosa; se la previsione per il 2023 è di 40 milioni di interessi, vuol dire che hanno già messo in conto l’aumento dei tassi, e che quindi difficilmente si riuscirà a rifinanziarlo con i valori attuali, già più elevati rispetto ad altri Paesi. Non è una notizia che può consentirci di stare tranquilli, tutt’altro.”
“Durante i lavori consiliari – ha aggiunto il Segretario CSdL in riferimento al PdL sul DES – abbiamo assistito ad una sceneggiata della quale non c’era bisogno. Il DES in origine doveva essere inserito all’interno della legge di bilancio, affinché fosse immediatamente approvato e non fosse referendabile; l’accordo raggiunto, invece, prevede che debba seguire il normale iter Consiliare, con la prima e la seconda lettura, preceduta dal passaggio nella specifica Commissione.
Le forze di opposizione, che si sono dichiarate contrarie al DES, hanno messo in atto azioni di ostruzionismo. A fronte di questo, è stato convocato in fretta e furia l’Ufficio di Presidenza per prolungare i lavori del Consiglio fino al 31 dicembre compreso.
L’orientamento era che il DES dovesse espletare la prima lettura in questa sessione del Consiglio. Anche dalla maggioranza però si sono levate voci di dissenso, e in seguito le forze politiche hanno raggiunto l’accordo per far slittare il PdL sul DES a gennaio. In questa vicenda evidentemente qualcuno ha voluto fare una forzatura per anticipare i tempi: alla luce di ciò, viene da pensare male, ovvero che forse c’è qualcuno che ha già assunto impegni con l’investitore.”
Enzo Merlini ha anche affrontato la situazione dei correntisti CIS: tra le somme bloccate, vi sono anche quelle relative a fallimenti aziendali. Siamo a conoscenza di un caso relativo ad un’azienda fallita, la quale aveva dei beni tra cui un’immobile, che il curatore fallimentare ha venduto, depositandone il ricavato in Banca CIS. Si tratta di una cifra complessivamente rilevante, che però deve essere distribuita ad una molteplicità di creditori, e in primo luogo agli ex dipendenti, che a suo tempo non avevano percepito le loro retribuzioni.
“Siamo d’accordo – ha puntualizzato il Segretario CSdL – con il Governo, quando sostiene che non ci possiamo permettere di fare nuovo debito estero per liquidare i correntisti di CIS, ma occorre individuare le situazioni di reale necessità; in tal senso siamo disponibili a valutare quali possono essere dei criteri oggettivi, senza che si verifichino situazioni di favore per qualcuno, con l’obiettivo di predeterminare un importo annuale da smobilizzare e distribuire. Non è possibile che i soldi di chi ha lavorato per guadagnarseli vengano corrisposti non prima del 2032.
In proposito, tra i criteri da tenere in considerazione per un eventuale parziale smobilizzo in favore di altri creditori vi dovrebbe essere la verifica che i depositanti avessero o meno l’intero patrimonio detenuto presso Banca CIS, oltre che la rispondenza con i redditi dichiarati. Le tranche di obbligazioni sono divise in tre, in base alle somme bloccate a causa del fallimento della banca: fino a 300.000, da 301.000 fino ad un milione ed oltre un milione di euro. Sono tantissimi soldi e sono convinto che tra coloro che ne hanno così tanti, non tutti siano stati guadagnati con il sudore della fronte. In tal caso, non solo possono aspettare fino al 2032, 2037 o 2042, ma occorre che vengano fatti i necessari accertamenti fiscali.”
Altri temi della puntata sono stati un caso eclatante di procedimento penale per evasione fiscale destinato alla prescrizione, il caro bollette, le recenti prese di posizione di alcune categorie economiche a seguito dell’approvazione delle leggi di riforma del mercato del lavoro e del sistema previdenziale. Una sintesi di tali argomenti verrà trasmessa in una prossima comunicazione.
CSdL