Grande partecipazione al primo sciopero nella storia sammarinese indetto dalle tre sigle sindacali – La piazza piena chiede un deciso cambio di rotta a tutto il Consiglio

Posted On 15 Nov 2022
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Forte appello a cambiare insieme al sindacato la riforma pensionistica, a fermare il caro bollette, a promuovere il positivo rinnovo dei contratti. Incontrate le delegazioni dell’opposizione, del Governo e della maggioranza

RSM 15 11 2022 – In migliaia questa mattina sul Pianello per incalzare il Governo a un cambio di rotta su riforma delle pensioni, caro bollette e rinnovo dei contratti. È stata forte, ampia e compatta la risposta del mondo del lavoro allo sciopero generale, il primo nella storia della Repubblica indetto unitariamente dalle tre sigle sindacali. Piazza della Libertà non è bastata a contenere la folla dei partecipanti, tant’è vero che molti manifestanti si sono riversati negli spazi laterali.

Un fiume di persone di tutte le categorie del privato e del pubblico, dall’industria alla Pa, dai vari settori del servizi e terziario ai salariati dello Stato, insieme a tanti pensionati, giovani, e perfino bambini; tutti insieme hanno gridato rivolgendosi alle finestre (inizialmente chiuse) del Palazzo, con una sola voce: “Vogliamo essere ascoltati da chi esercita la sovranità!”

Alla rabbia per una politica che scarica sui cittadini le conseguenze dell’enorme debito pubblico, arrivato a 1 miliardo e mezzo di euro, si è unita la forte richiesta alla maggioranza e a tutto il Consiglio di fermare i rincari delle bollette, rinnovare i contratti scaduti e cambiare la riforma pensionistica, concordando con il sindacato emendamenti che vadano a sanare i punti più contestati del progetto di legge, tra cui: la revisione dei disincentivi, troppo  penalizzanti, in particolare per le donne; aumentare, e non diminuire, il contributo dello Stato, per non depauperare in pochi anni le riserve del Fondo pensioni lavoratori dipendenti; aumentare la percentuale di rivalutazione delle pensioni all’inflazione.

“Siamo qui per chiedere al Governo l’apertura di un vero confronto”, è questo il filo rosso che ha attraversato gli interventi dei tre Segretari generali durante la manifestazione in Piazza della Libertà.

Il Segretario USL Francesca Busignani ha acceso i fari sui continui rincari delle bollette, ultimi quelli annunciati ieri. “Un sacrificio dopo l’altro, i cittadini non riescono più a fare fronte alle spese, le aziende sono a rischio chiusura con il pericolo anche di soffocare l’economia. Alla politica si chiede di prestare orecchio alle tante problematiche della collettività costretta a fare i conti con aumenti generalizzati ma senza il rinnovo dei contratti. Dunque sono improcrastinabili scelte condivise anziché soluzioni calate dall’alto che poi diventano il problema.

Restiamo aperti alla ripresa del confronto, ma esso non deve essere una inutile perdita di tempo. Un forte no a una politica che ai tavoli dice una cosa e poi fa esattamente il contrario. Qui non si tratta di prendere in giro i sindacati ma la cittadinanza che la politica rappresenta o dovrebbe rappresentare. L’auspicio è che si facciano passi indietro, altrimenti sarà come chiederci di tornare in piazza a reclamare i sacrosanti diritti dei cittadini.”

Il Segretario CDLS, Gianluca Montanari, ha ricordato che da oltre un anno è andato avanti il confronto sulla riforma pensionistica: “Un confronto lungo, serrato e impegnativo, ma poi alla fine il governo ha cambiato le carte in tavola, modificando e presentando articoli mai discussi col sindacato. È stato l’ennesimo strappo autoritario del governo, che su temi di rilevante interesse, anziché cercare un accordo tra le parti, ha completamente ignorato il dialogo.”

Stesso copione sul fronte del caro bollette. “È di ieri sera la decisione unilaterale dei rincari di luce e gas. Con un aumento variabile dell’energia elettrica in base ai costi delle materie prime e di un rincaro del 30% del gas, che aggiungendosi al 30% di gennaio e al 30% di luglio porta un aggravio in bolletta pari al 90%.” Aumenti che, scandisce il Segretario CDLS, “comunicati alla vigilia dello sciopero generale suonano come una sfida, come una presa in giro. Il nodo dei rincari energetici impone l’apertura di un confronto; non è possibile pensare che da parte delle organizzazioni sindacali ci sia una semplice presa d’atto. Così non possiamo permettervi di andare avanti.”

Forte anche il richiamo ai rinnovi contrattuali: “Questa piazza lo dice con grande forza: dalla paralisi contrattuale dobbiamo uscire subito. Di fronte all’impennata dell’inflazione, ai costi del carrello della spesa, all’aumento delle rette domestiche, non possiamo stare fermi. Rinnovare i contratti di lavoro fermi da troppi anni è anche un atto di rispetto della dignità di chi ogni santo giorno fa il suo dovere. Se non arriveranno risposte, la nostra mobilitazione continuerà con nuove iniziative per spingere il governo a creare un argine contro il caro-vita e fermare gli aumenti ingiusti e sproporzionati delle bollette”.

Ha quindi preso la parola il Segretario CSdL Enzo Merlini: “Non era scontato che questa piazza fosse così piena. È stata una scommessa vinta, non solo per merito nostro, ma paradossalmente anche del Governo; se siamo così in tanti, capiranno pure che stanno sbagliando tutto? Tutti voi Consiglieri vi dovete assumere responsabilità che non state assumendo, anzi scaricate su di noi. Vi invito a fare una riflessione: se andate avanti di questo passo portate a sbattere contro il muro tutto il paese!

Al Segretario Gatti, che ha accusato il sindacato di cavalcare la protesta anziché assumersi le responsabilità, Merlini tra le altre cose ha chiesto: “Cos’hai fatto per scovare chi le tasse non le paga? E gli irresponsabili saremmo noi? Nella riforma pensioni nei prossimi 2-3 anni l’intervento pubblico diminuirà, grazie ai prelievi nel fondo pensioni e all’aumento dei contributi. Quando si dovrà aumentare l’intervento pubblico, questo Governo non ci sarà più, e ci dovrà pensare chi viene dopo: è forse questa la vostra idea di responsabilità?”

“Il partito di maggioranza relativa – ha aggiunto – si è distinto per un intervento di sostegno alle madri; bene, noi abbiamo chiesto di ridurre i disincentivi per andare in pensione in particolare per le donne che hanno avuto figli; possibile che per chi si erge a paladino delle madri i figli, in termini di minori disincentivi, valgano percentuali misere, come lo 0,5% per uno, l’1,25 per due e il 2,25 per tre figli in su? Se vi è rimasto un briciolo di dignità oggi vi dovete sedere insieme a noi per riscrivere gli emendamenti e correggere questi contenuti inaccettabili!”

“Con il blitz del solo 2,2% per la rivalutazione delle pensioni – ha concluso Merlini – è come aver avallato i miseri aumenti proposti delle associazioni di categoria nei rinnovi dei contratti di bar-alberghi ristoranti, commercio e servizi, che sono i contratti più poveri in assoluto. In sostanza il Governo marcia in un gioco al ribasso con quelle associazioni datoriali. Noi, in questa Piazza, a differenza loro, non vogliamo lasciare indietro nessuno!”

Al termine della mattinata, una rappresentanza delle tre organizzazioni sindacali ha incontrato le delegazioni dell’opposizione, del Governo e della maggioranza.

 CSdL – CDLS – USL