Lo sciopero generale è la riposta necessaria alle provocazioni del Governo

Posted On 20 Ott 2022
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I sindacati stanno preparando le proposte di modifica della riforma previdenziale da presentare ai gruppi consiliari, e si vedrà se saranno accolte. Allora si capirà se la possibilità che qualcuno voglia far finire la legislatura, per meri calcoli di opportunità politica, sia solo un’ipotesi fantasiosa o una realtà

Ci sono provocazioni a cui è giusto non rispondere, ma altre sono talmente grosse che non si può fare a meno di reagire. Con queste parole il Segretario Enzo Merlini, nella puntata di mercoledì 19 ottobre di “CSdL informa”, ha ribadito il senso dello sciopero generale annunciato nel ciclo di assemblee zonali appena terminato. Ai blitz sulla riforma delle pensioni portati nella Commissione Sanità, di cui si è parlato ampiamente nelle stesse assemblee, ora si aggiunge la “botta” del più che raddoppio delle bollette di luce e gas, che partirebbe addirittura dal 1° novembre.

Non si possono motivare questi annunci così dirompenti dicendo, come ha fatto il Governo, che occorre adeguare in un colpo solo le tariffe in quanto ferme da 12 anni, e che bisogna far fronte all’aumento delle materie prime. A parte un incontro con l’autorità per l’energia avvenuto lo scorso anno, il Governo non ha convocato né il sindacato né i rappresentanti dei consumatori per spiegare dettagliatamente le ragioni di queste stangate, che comunque sono inaccettabili. Non si raddoppiano le bollette con un preavviso di 15 giorni! Peraltro, non è per nulla credibile l’intenzione, dichiarata a parole, di voler aiutare le famiglie più in difficoltà; non è stato fatto fino ad ora, come si potrà verificare non avendo nessuno strumento oggettivo di accertamento dello stato di bisogno delle famiglie? Il Governo fa simili dichiarazioni sapendo che non potranno essere mantenute; questo fa particolarmente arrabbiare.

Nelle due precedenti riforme previdenziali, nonostante prevedessero interventi molto più radicali rispetto alla situazione preesistente, il sindacato non ha proclamato un’ora di sciopero, perché i blitz non ci sono stati. Il testo andato in Consiglio è lo stesso che è sempre stato sul tavolo, e che alla fine non ha subito stravolgimenti. Ci si aspettava che anche questa volta si sarebbe seguito lo stesso metodo. Ma c’è stato uno spartiacque che probabilmente ha fatto cambiare rotta al Governo, il report di Ficht, che inaspettatamente ha declassato il nostro paese. Tra i motivi indicati, il bilancio dello Stato che non è stabilizzato, e la mancata risoluzione degli NPL; secondo loro sarà necessario una ulteriore iniezione di denaro pubblico, per evitare altri contraccolpi, e quindi chi dovrà accingersi a rifinanziare il debito estero, rispetto al quale la CSdL è sempre stata contraria senza aver prima fatto i compiti a casa, si troverà in un mare di guai.

Tutto lasciava presagire che prima dell’avvio della riforma pensionistica in Consiglio, la riforma del fisco sarebbe stata presentata, invece così non è stato. Poiché a fine legislatura è complicato fare un’altra riforma, come quella tributaria che, così come ipotizzata, peserebbe ulteriormente sulle tasche dei cittadini onesti, e visto che rifinanziare il debito estero in queste condizioni non sarà affatto semplice, è possibile che qualcuno voglia porre termine a questa legislatura prima di approcciarsi a questi due interventi così importanti, oltre alla messa in atto della cartolarizzazione degli NPL, per rimandare ancora una volta il problema a chi verrà dopo. Magari saranno gli stessi, ma un conto è farlo a inizio legislatura, un conto è farlo alla fine. Il dubbio è che a qualcuno convenga creare un clima di scontro sociale, funzionale a motivi politici.

Tra i Segretari di Stato, rispetto alle riforme, qualcuno ha fatto la propria parte, altri no. Si chiede Merlini: “Non capisco come il Segretario Sanità, che ha portato avanti la riforma previdenziale, si faccia promotore dei blitz dell’ultima ora, e presti il fianco ad altri obiettivi. Forse la ricostruzione dei motivi per cui si è giunti a questa situazione è troppo fantasiosa, ma se così fosse sarebbe imperdonabile.” I sindacati stanno finendo di preparare le proposte di modifica della riforma previdenziale per la seconda lettura consiliare, da presentare a tutti i gruppi consiliari, e nei prossimi giorni si vedrà se saranno accolte e condivise. Allora si capirà anche se la possibilità che qualcuno voglia far cadere il Governo sia concreta.

Un riferimento è stato fatto anche alla tematica dei contratti, nello stesso giorno in cui è avvenuta la sigla del rinnovo per le agenzie di assicurazioni; una firma in cui ha prevalso il senso di responsabilità e la volontà di fare sistema. Ma lo stesso senso di responsabilità, ha ribadito la CSdL, su altri tavoli contrattuali non c’è. Tra i contratti ancora non rinnovati dei settori privati, tutti in capo alla Federazione Costruzioni e Servizi, vi sono quelli del commercio, bar-alberghi-ristoranti, servizi, salariati pubblici, edilizia privata.

Il contratto commercio coinvolge 2.600 lavoratori; riconoscere un aumento adeguato serve almeno per limitare l’erosione del potere d’acquisto delle retribuzioni, ma è anche una spinta al commercio della Repubblica, e un modo per frenare la fuga di chi fa la spesa fuori territorio. Non si capisce perché le controparti si siano impuntate su percentuali misere, che a stento corrispondono all’inflazione che si è verificata nel periodo 2017 – 2021.

Una situazione analoga si registra anche nel settore bar-alberghi-ristoranti, con una aggravante in più; in questo comparto scarseggia la manodopera, e questo si deve proprio al fatto che vi sono dei trattamenti economici penalizzanti per i lavoratori, e così il personale se ne va in cerca di migliori condizioni. A San Marino vi sono delle eccellenze, in particolare nel settore accoglienza, che stanno per chiudere; non è per mancanza di mercato, ma proprio perché non trovano personale. A nostro avviso incide notevolmente il fatto che le retribuzioni dei lavoratori sono del tutto inadeguate e quindi da rivalutare.  Prima di chiedere aiuti economici allo Stato per i settori che hanno subìto maggiormente gli effetti della pandemia e dell’attuale crisi energetica, come stanno facendo le Associazioni di Categoria, è necessario che le aziende di tutti questi settori facciano il proprio dovere, rendendosi disponibili a firmare i contratti ancora non rinnovati, per aiutare i cittadini ed il sistema paese ad andare avanti.

Tra le controparti spicca l’atteggiamento del Governo, in veste di datore di lavoro, che non si è nemmeno degnato di presentare una vera proposta di rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, scaduto dal 2010, connesso all’introduzione del nuovo regime normativo e retributivo, nonostante gli impegni assunti all’indomani dell’accordo di stabilizzazione dei precari PA…

Alla puntata di ieri hanno partecipato, oltre al Segretario Merlini, il Segretario Confederale William Santi, il Segretario FUCS Stéphane Colombari, il Segretario FUPI Antonio Bacciocchi. Ha coordinato Giuliano Tamagnini. La puntata si può rivedere integralmente sulla pagina Facebook “Cuore CSdL”.

CSdL