SOS LAVORO

Posted On 15 Set 2022
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Le proposte della CSU per arginare
l’emorragia occupazionale e l’emergenza sociale

Tutti gli indicatori economici internazionali evidenziano che la vittima sacrificale della grande crisi è il lavoro, e difendere il lavoro è diventata l’emergenza principale da affrontare. Emergenza che anche a San Marino sta toccando la sua fase più acuta.

Dall’inizio della crisi si è perso il 7% della base occupazionale, percentuale che nel settore manifatturiero supera quota 17%, che equivale a 1.069 posti di lavoro bruciati in soli quattro anni. Nello stesso periodo il numero dei disoccupati è raddoppiato passando da 713 a 1.332.

Un tonfo occupazionale accompagnato da un progressivo impoverimento del Fondo ammortizzatori sociali, fondo pagato da imprese e lavoratori per sostenere disoccupazione, cassa integrazione e mobilità. Nel corso del 2011 il passivo è stato di 5 milioni, mentre i dati non definitivi indicano un notevole aumento per il 2012, passivo destinato a trascinarsi anche per quest’anno.

Non va dimenticato che dal 2010 una parte consistente delle risorse del Fondo ammortizzatori sociali, circa 4 milioni all’anno, viene utilizzata per finanziare le spese sanitarie. All’aumento della disoccupazione e al progressivo indebitamento del Fondo ammortizzatori sociali si aggiunge il crollo a doppia cifra dei consumi interni, segnale di un impoverimento che ha colpito soprattutto il ceto medio-basso.

Siamo insomma di fronte a una crisi di lunga durata e dalle previsioni di uscita ancora molto incerte, che mettono l’intero Paese di fronte all’urgenza di fare scelte in grado di garantire la tenuta sociale.

Per la CSU serve un piano di interventi che entro i prossimi tre mesi affronti e finalizzi: il finanziamento e il potenziamento degli ammortizzatori, aiuti mirati alle famiglie in difficoltà, provvedimenti che affrontino l’emergenza disoccupazione, l’approvazione della Riforma tributaria.

AMMORTIZZATORI SOCIALI

Per coloro che hanno terminato gli ammortizzatori sociali, occorre allungare il periodo dell’indennità di disoccupazione di almeno un anno.

È necessario modificare l’art. 27 della Legge 2010 n° 73, in modo tale che all’istituto del salario di cittadinanza, previsto da tale articolo, possano accedere anche coloro che non hanno mai lavorato, stabilendo precisi criteri di diritto all’ammissione. Inoltre questo strumento non deve essere annullato a seguito di lavori saltuari, ma va fissato un minimo di reddito annuale procapite al fine del recepimento. Va aumentata l’entità fino a raggiungere l’importo dell’indennità di disoccupazione in caso famiglia monoreddito.

Per finanziare il potenziamento degli ammortizzatori si propone una tassa di scopo di tipo universalistico. Per le categorie di produttori di reddito da lavoro autonomo, che abbiano dichiarato un reddito inferiore alla media delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti (€ 26.500), la tassa di scopo si applicherà sul minimo obbligatorio previsto per i versamenti pensionistici. In tal senso è possibile agire in maniera repentina, modificando l’art. 38 della Legge di Bilancio 2013, aumentandone la portata, ed estendendolo a tutte le categorie di reddito.

FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ ECONOMICA

Occorre istituire un “Fondo di emergenza sociale” finanziato con una percentuale, da stabilire, delle entrate della tassa di scopo, di cui al punto precedente, ed eventualmente gestito da un Commissario straordinario, che potrà anche ricercare risorse private.

Inoltre, lo stesso dovrà gestire le emergenze di carattere economico, cercando, tra l’altro, di trovare soluzioni all’origine delle situazioni di disagio dei cittadini, anche attraverso relazioni con i servizi competenti, il mondo dell’associazionismo, le parrocchie e le forze sociali. Resta inteso che anche in questo caso vanno stabiliti precisi indicatori, al fine del conseguimento del diritto.

È urgente inoltre potenziare le risorse del Credito Sociale allargando lo spettro di intervento per affrontare tutte le tipologie di disagio. A tal fine si fa notare come l’abbassamento della quota di diritto al percepimento a € 7.000 annuali pro capiti, specialmente in questo momento storico/economico, sia in controtendenza con i bisogni delle famiglie, e più in generale della popolazione.

È altresì necessario rendere immediatamente operativo il confronto al fine di attuare quanto previsto dall’art. 49 della Legge di Bilancio 2013, in merito alla sospensione del pagamento dei canoni dei mutui prima casa, per coloro che hanno perso il posto di lavoro, e che quindi sono in mobilità, ed anche per chi è in disoccupazione ed in cassa integrazione, oltre, ovviamente, a chi ha già usufruito di tali istituti e non ha più alcuna copertura.

EMERGENZA DISOCCUPAZIONE

Per dare una risposta efficace al dilagante fenomeno della disoccupazione, si propone di introdurre per due anni lo sgravio totale dei contributi sociali e previdenziali per i giovani fino a 34 anni a carico della fiscalità generale. In aggiunta, si può prevedere un percorso formativo mirato per una durata di 9/12 mesi a carico del FSS. Per i disoccupati con oltre 50 anni di età, vanno introdotti gli stessi incentivi regolati dal Decreto n° 156 del 2011.

Va istituito un “Tavolo permanente” in sinergia fra le parti sociali e imprenditoriali, per svolgere prevalentemente attività di orientamento e formazione. In particolare si deve occupare urgentemente di un’analisi dei bisogni formativi delle imprese e un piano conseguente di formazione per i disoccupati e per chi già lavora e che deve essere professionalizzato e/o riqualificato, anche attraverso il turn over. Le risorse necessarie saranno reperite in parte dalla fiscalità generale e in parte dal FSS.

È indispensabile sospendere, almeno fino a quando la percentuale di disoccupazione non sia rientrata nella normalità, l’assunzione per chiamata nominativa – che oggi è libera ad ogni livello, e che, nella maggior parte dei casi, penalizza proprio chi ha più bisogno di lavorare – ripristinando la gerarchia di chiamata prevista dalle liste di avviamento al lavoro.

Agevolare la nascita di almeno due cooperative sociali in cui possano trovare un’occupazione anche le persone svantaggiate (Art. 1 Decreto 27 Luglio 2012 n° 99). Le cooperative devono essere soggetti privilegiati negli appalti pubblici dello Stato. Esempi di attività: raccolta differenziata, verde pubblico, parcheggio ospedale, alcune attività dell’Ente Poste e dell’Azienda Filatelica e Numismatica.

Oggi più che mai le posizioni irregolari vanno accertate ed adeguatamente sanzionate, attraverso controlli puntuali e rigorosi da parte degli organi ispettivi preposti. Tali posti di lavoro vanno trasformati in posizioni di lavoro regolari in particolare per i cittadini residenti. Allo stesso modo vanno accertate le posizioni dei distacchi di lavoro. Occorre altresì stabilire che le aziende che incorrono in sanzioni da lavoro irregolare, non possano, almeno per i 12 mesi successivi alla sanzione, partecipare ad alcuna gara di appalto pubblica per servizi dello Stato.

RIFORMA TRIBUTARIA

Occorre aprire rapidamente il confronto sulla Riforma tributaria, partendo dal testo raggiunto lo scorso anno prima dell’approvazione della Legge in Commissione finanze, prevedendo i più efficaci strumenti di accertamento dei redditi e dei patrimoni di tutte le categorie. In tal senso, anche alla luce di ciò che accade in Europa, va inserito un meccanismo di verifica costante di tutti i redditi. È altresì necessario giungere all’obbligatorietà della San Marino Card per tutti gli operatori economici sammarinesi.