Rette Casa di Riposo: aumenti ingiusti
I membri CSU della Consulta Sanitaria, Gilberto Piermattei e Gianluca Montanari, hanno espresso parere negativo all’aumento lineare che colpisce i pensionati a basso reddito e chiesto modifiche legislative. La proposta da parte del Comitato Esecutivo ISS di adeguamento delle rette, ferme dal 2001, partendo dal calcolo dell’inflazione registrata in questi ultimi 15 anni si attesterebbe sul 27.70%, pari a 407 euro che verranno spalmati su 8 anni con termine 2023. Pertanto il valore della retta è passata da 1.469 euro a 1.520 mensili, con un aumento di 51 euro mensili. Il Congresso di Stato, su conforme proposta del Comitato Esecutivo e sentito il parere della Consulta Sanitaria, ha deliberato l’aumento delle quote delle rette.
Questo l’ambito decisionale, ma i membri della Centrale Sindacale Unitaria facenti parte della Consulta Sanitaria hanno espresso parere negativo alla proposta di aumento in quanto ritenuta iniqua. “La iniquità – spiegano Gilberto Piermattei (CSdL) e Gianluca Montanari (CDLS) – accresce nel momento in cui gli aumenti agiscono in modo lineare, senza distinguere sulla base della diversa capacità del reddito da pensione dei singoli ospiti e senza considerare la condizione patrimoniale degli stessi e della loro famiglia. Confermando e aggravando ulteriormente in tal modo un sistema ingiusto, che penalizza soprattutto quegli anziani e le proprie famiglie a basso reddito”.
Siamo di fronte ad una situazione in cui il costo reale mensile di ogni anziano in casa di riposo è stato quantificato in 3.822 euro, cifra che tiene conto di diverse voci come l’assistenza, i medicinali, il materiale sanitario. Considerando che la quota fissa a carico di ogni anziano è oggi di 1.510 euro, l’ISS integra mensilmente 2.312 euro a compensazione del costo totale.
“E’ evidente – sottolineano Piermattei e Montanari – che occorre mettere mano alla legge per affermare il principio dell’equità, ovvero coloro che hanno redditi superiori ai 1.510 euro devono contribuire maggiormente e alleggerire i costi di coloro che hanno pensioni più basse, determinando una solidarietà reale e di maggiore giustizia sociale”. Questi concetti, espressi in ambito della Consulta dai commissari CSU, non sono stati purtroppo tenuti in considerazione. “Naturalmente non cesseremo di sostenere questi principi nei luoghi e nelle sedi opportune”.