Per i disabili forti difficoltà nell’inserimento lavorativo
Intervista a Gilberto Piermattei. In questo periodo di crisi, trovare un posto di lavoro è sempre più complicato per tutti, ancor più per le persone con handicap

In passato la Pubblica Amministrazione si è comportata come una sorta di ammortizzatore, sostituendosi alle aziende private che non si erano poste in maniera positiva nell’assunzione di persone con handicap. Nonostante la legge del ’91che obbliga le imprese ad assumere un disabile ogni venti unità lavorative, a San Marino ancora ci sono forti restrizioni culturali.
«Consolidato il non funzionamentodella norma del ’91, per un periodo si è passati alla verifica della possibilità di introdurre disabili nel mondo del lavoro, attraverso accordi condivisi da tutte le parti, e qualche inserimentosi è potuto fare, ma non è sufficiente» continua il vice Segretario CSdL.
Le aziende private, anche supportate da sgravi fiscali, si dovrebbero assumere “la responsabilità sociale” e farsi carico delle difficoltà che affliggono i disabili. Altrimenti si crea così il rischio di isolare le persone, con il rischio che la sfiducia prenda il sopravvento; molte persone sfiduciate smettono anche di cercare lavoro. «Maggior frustrazione crea maggior disoccupazione».
Nei paesi con una ristretta espansione territoriale si tende sempre ad avere un comportamento conservativo; ci sono ancora, purtroppo, grandi discriminazioni nei confronti delle persone con handicap.
Per garantire possibilità lavorative anche a persone con difficoltà fisiche, è prima di tutto necessario un maggior sviluppo del paese. Una possibilità di lavoro potrebbe essere il telelavoro; la tecnologia può mettere facilmente in contatto le persone senza bisogno dello spostamento. Le persone potrebbero comodamente lavorare nelle loro abitazioni e comunicare con le aziende via internet. Il telelavoro costa molto meno, ma richiede un grande processo culturalee San Marino è molto indietro.
L’inserimento dell’invalido nel posto di lavoro è sempre una difficoltà, anche se qualche volta vengono inseriti perché la legge prevede l’abbattimento dei costi per le imprese. I Sindacati si occupano principalmente di abbattere le difficoltà dal punto di vista culturale; porre le condizioni giuste in modo tale che l’invalido sia valutato in base alle sua capacità lavorative e non sulle carenze fisiche; quando si sono abbattute le barriere culturali, abbattere quelle architettoniche sarà più semplice. Solo perché una persona è invalida fisicamente non significa che non sia intelligente o che non sappia lavorare.
Erica Valentini