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Iniziato oggi al Palace Hotel il 20° Congresso CSdL- Obiettivi: equità, riforme condivise e rinnovi contrattuali, con priorità ai settori più deboli

Posted On 11 Nov 2021
By : Csdl
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Un lungo e commosso applauso è stato tributato al Segretario Generale Giuliano Tamagnini, che conclude la sua lunga esperienza sindacale. Nel pomeriggio si svolgerà la votazione del nuovo Segretario Generale, carica a cui è candidato Enzo Merlini. Domani l’annuncio della elezione

RSM 11 Novembre 2021 – Si è aperto oggi il 20° Congresso CSdL, sul tema “Il valore del Lavoro”. Il Segretario Generale Giuliano Tamagnini, ha rivolto un commosso saluto all’assemblea dei delegati e dei numerosi e qualificati ospiti, ora che conclude la sua lunga esperienza di dirigente sindacale, che dura da 38 anni. Nella parte più generale, ha rivolto un appello affinché si realizzi un grande patto di unità nazionale, formato da tutte le forze politiche, sociali ed economiche del paese. “La casa, che ora sta crollando, è di tutti, non solo della politica, e il sindacato vuole svolgere il suo ruolo”. Espresso anche un appello alla ripresa senza indugio dell’unità sindacale. “Sono nato nel sindacato unitario e vorrei continuare a starci”, ha affermato. “La politica tende a creare divisioni nel sindacato, anche perché è invidiosa di una unità che la stessa politica non è mai riuscita a realizzare. La garanzia della nostra autonomia sono i progetti, e dobbiamo tornare a rimettere le scelte, tra cui la prossima riforma pensionistica, nelle mani dei lavoratori, che alla base sono uniti.”

Quindi Giuliano Tamagnini ha rivolto una serie di ringraziamenti sia all’esterno del sindacato – associazioni datoriali, forze politiche, istituzioni, ecc. – per poi passare ai saluti dei colleghi della CDLS e dei singoli dipendenti, dirigenti e funzionari della CSdL con cui ha collaborato per tanti anni. Quindi un lungo e commosso applauso gli è stato tributato dall’assemblea congressuale, quale riconoscimento per il suo ruolo alla guida della Confederazione negli ultimi 11 anni e per il suo intero contributo alla causa del movimento dei lavoratori.

La relazione introduttiva è stata quindi svolta dal Segretario Confederale Enzo Merlini, che in primo luogo, oltre a tutte le vittime del Covid, ha ricordato alcuni ex dirigenti e militanti della CSdL che sono venuti a mancare durante il triennio: Antonio Colombini, Marino Venturini, Carlos Mauriaca e Jader Gasperoni. Si riporta quindi di seguito una sintesi del suo intervento.

I RAPPORTI COL GOVERNO – La prepotenza degli Esecutivi continua nonostante le dichiarazioni sul dialogo con le parti sociali. Non c’è stato nessun coinvolgimento sui decreti anti-Covid; abbiamo protestato, nelle forme consentite, contro il prestito ponte con Cargill e i titoli di debito emessi dallo Stato per quasi un miliardo. Un forte punto di rottura si è verificato nel dicembre scorso, quando il Consiglio per la Previdenza ha acconsentito al prelievo di 10 milioni dal Fondo Pensioni dei lavoratori dipendenti, su sollecitazione di Governo e ISS, con il solo voto contrario della CSdL. Ora ci risiamo di nuovo perché, anche se è stato sventato il blitz per esautorare il Consiglio per la Previdenza dal suo ruolo decisionale, il Governo intende procedere allo stesso modo per ripianare il disavanzo 2020.

L’Esecutivo a parole ha condiviso la necessità di unificare in un unico pacchetto le tre macro riforme – mercato del lavoro, previdenza e fisco – ma ora vediamo un’accelerazione dei Segretari Lavoro e Previdenza, mentre con la Segreteria Finanze non si è neanche avviato il confronto sul fisco. Nel programma economico è previsto che gli interventi sulle imposte dirette – ovvero in sostanza la riduzione delle deduzione e detrazioni per i lavoratori – vanno approvati entro dicembre 2021. Ciò sarebbe inaccettabile, e la reazione del sindacato non potrebbe essere che lo sciopero generale.

IL DEBITO PUBBLICO E IL SISTEMA BANCARIO – L’importo del debito è spaventoso: il 105% del PIL, pari a circa un miliardo e mezzo di euro, dovuto quasi totalmente dai dissesti bancari.  È necessario che i cittadini sappiano chi ha prestato soldi senza adeguate garanzie e chi li ha presi senza restituirli. La Magistratura deve svolgere appieno il suo ruolo di accertamento delle responsabilità, evitando il rischio che i reati cadano in prescrizione.

Negli ultimi 8 anni abbiamo potuto leggere le conclusioni di due Commissioni Consiliari d’inchiesta (su Carisp e Banca CIS), che hanno posto in rilievo diverse responsabilità politiche, mentre entro fine anno dovremmo conoscere quelle sull’intero sistemo bancario. Nella scorsa legislatura non fu contrastato un gruppo di potere esterno alla Repubblica che si era impossessato di Banca Centrale per mettere le mani su Cassa di Risparmio, ovvero lo Stato. Mi auguro che la Magistratura chiarisca se vi furono collusioni politiche, oppure disastrose sottovalutazioni. Sulle vicende bancarie, chi aveva ruoli di Governo o di rilievo nei partiti e siede tuttora in posti chiave della politica e dell’Amministrazione, dovrebbe farsi definitivamente da parte.

Il Segretario per le Finanze ha dichiarato che la pubblicazione dei grandi debitori delle banche salvate dallo Stato, sarebbe una semplice curiosità. Ridurre a questo la pretesa di giustizia proveniente da chi dovrà sobbarcarsi un miliardo e mezzo di debito pubblico, non fa onore a chi lo dice. Se ci fosse il timore di nuove fughe di capitali, i dati dicono che, in realtà, chi non risiede in territorio li ha già spostati, mentre i sammarinesi, grazie anche agli accordi sullo scambio d’informazioni, potrebbero essere richiamati alle loro responsabilità.

Lo Stato non può permettere che chi non ha restituito i soldi prestati dalle banche, possa impunemente godersi i capitali accumulati in maniera indebita, e non sappiamo quanti dei quasi 10 miliardi defluiti dalle banche sammarinesi dal 2008 in poi fossero di soggetti residenti. Tale dato è disponibile, con riferimento alla raccolta del risparmio, unicamente in valore assoluto e non distinto per fasce d’importo, per il periodo 2015-2018, quando il grosso del denaro era già stato trasferito altrove. In quei 4 anni sono spariti 1,3 miliardi di euro, di cui circa la metà in capo a soggetti residenti. È difficile immaginare che fossero piccoli risparmiatori…

Il debito estero si poteva evitare? Il primo utilizzo delle risorse è il rimborso anticipato delle obbligazioni a Cassa di Risparmio e del prestito concesso da Banca Centrale, per circa 150 milioni. Ciò ci è costato 6 milioni tra interessi e costi di intermediazione. Lo Stato ha bisogno di liquidità, ma le risorse si potevano reperire all’interno, anche sotto forma di prestiti a tassi più vantaggiosi. I Titano bond, 340 milioni venduti con tasso al 3,25%, producono 11 milioni di interessi all’anno, più 3 milioni di intermediazioni. Quest’anno lo Stato pagherà 30 milioni tra interessi e costi d’intermediazione, pari a circa il 10% delle entrate nette, per poi scendere a circa 20 milioni annui; una volta rimborsato il prestito Cargill, di risorse ne resteranno ben poche, visto il disavanzo strutturale del bilancio dello Stato per i prossimi due anni. Eppure, dicono che almeno la metà del debito estero sarebbe stato destinato agli investimenti e non alla spesa corrente! Se così non fosse, ci troveremmo fra due anni a rifinanziare il debito pubblico con l’acqua alla gola ed i mercati potrebbero essere poco disponibili, se non a tassi elevatissimi.

SVILUPPO E OCCUPAZIONE – Da decenni a San Marino non arriva un nuovo investimento consistente, salvo il Polo della Moda. Finché non dimostreremo di essere un Paese virtuoso e stabile, dovremo accontentarci di qualche nuovo residente facoltoso e di nuove imprese dalla dubbia affidabilità. Per questo abbiamo scelto “Il valore del lavoro” come titolo del Congresso. Se il Paese riuscirà a ripartire, sarà grazie all’economia reale. Occorre in primo luogo incentivare gli investimenti delle imprese esistenti, consentendo anche il loro ampliamento. Il settore industriale è stato quello che ha assunto la maggior parte dei nuovi occupati residenti, anche durante la vigenza della “legge sviluppo”, ovvero la libertà di assunzione di lavoratori frontalieri a qualunque livello con il dazio del 4,5%.

Circa il numero dei disoccupati, sceso ad un livello poco più che fisiologico, si tratta quasi esclusivamente di donne e giovani. I sammarinesi non sono dei lavativi come a volte vegnono dipinti, e rispondono alle offerte quando non sono palesemente in violazione dei contratti collettivi. Propongo di mettere in atto una politica di incentivazione dell’occupazione femminile nel settore industriale, soprattutto per quelle donne che non possono assicurare la flessibilità sfrenata richiesta dal settore turistico e commerciale.

 LA RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO – Ciò che occorre è rendere più efficiente la correlazione tra domanda ed offerta, e una concreta e mirata campagna formativa. Occorre la collaborazione delle imprese nella programmazione dei bisogni formativi, e favorire un orientamento scolastico più mirato. Va costruito un progetto di sviluppo che indichi la direzione di marcia; per noi è l’economia reale, l’innovazione tecnologica, la green economy. La riforma annunciata dal Segretario per il Lavoro mi pare più fondata sulla necessità di dare seguito ai propri annunci, piuttosto che da reali esigenze. Il lavoro interinale non è mai stato abrogato, ma unicamente reso impraticabile. Quale necessità vi sia di resuscitarlo resta un mistero, se non per accontentare qualcuno.

RIFORMA PREVIDENZIALE Tolto il personale sanitario, di cui c’è estremo bisogno, c’è una incoerenza assoluta con l’intenzione di allungare l’età pensionabile, tagliare le pensioni ed aumentare i contributi. Mi sfugge come si possa pensare di costringere le persone che hanno iniziato a lavorare prestissimo, svolgendo anche attività usuranti, ad andare in pensione a 63 anni con 49 anni di servizio, e che non si programmino nuove entrate tributarie per incrementare l’intervento pubblico per far fronte ai disavanzi del fondo lavoratori dipendenti, mentre quelli degli artigiani e dei commercianti vengono coperti da sempre senza fiatare.

Chi ha iniziato a lavorare dopo la riforma del 2011, avrà trattamenti previdenziali nettamente inferiori agli attuali; un punto fermo è stabilire che ai giovani non verrà richiesto più di quanto non sia già stato fatto, altrimenti percepiranno meno di quanto avranno versato per pagare la pensione alle precedenti generazioni.

RIFORMA TRIBUTARIA – La CSdL insiste sulla proposta di patrimoniale, diversa da quelle precedenti, effettivamente del tutto inique. È tuttora valida la proposta CSU del 2018, così sintetizzabile: sommatoria di tutti i beni mobili ed immobili ovunque posseduti, ad esclusione del patrimonio netto delle imprese e delle polizze previdenziali; soglia di esenzione totale da definire, per escludere le famiglie meno abbienti; aliquote progressive; detrazione totale delle imposte pagate in e fuori territorio. Il programma economico afferma che la riforma del fisco è una priorità, con l’obiettivo di incrementare le entrate tributarie.

Ma il Governo propone una nuova fregatura, ovvero la riduzione delle deduzioni e detrazioni: in altre parole, l’aumento della pressione fiscale sui redditi fissi e sulle imprese che già pagano le tasse. Anche nel 2019 circa il 50% delle società ha continuato a dichiarare di essere in perdita, mentre circa il 25% ha dichiarato utili inferiori a 30.000 euro. Il 45% dei lavoratori indipendenti (in prevalenza commercianti ed artigiani) ha dichiarato meno di 15.000 euro ed il 40% tra 15.000 e 30.000 euro, così come rispettivamente il 25% ed il 40% dei lavoratori autonomi. A pagare più tasse sono stati sempre gli stessi. Non c’è la volontà di mettere in atto semplici controlli sulla regolarità delle buste paga, pur avendo segnalato a più riprese che aziende che lavorano in giornate domenicali e festive puntualmente non pagano le maggiorazioni. Sui controlli fiscali è silenzio assoluto da sempre.

RINNOVI CONTRATTUALI – Il “Patto sociale per il futuro di San Marino”, che la CSU ha lanciato un anno fa, resta la nostra linea guida: il Governo e le forze politiche hanno deciso di fare da soli, ma non credo che sulle grandi riforme si possano permettere uno scontro totale con il sindacato. Confido che il rinnovo dei Contratti di Lavoro non diventi terreno di scontro. Sono ancora convinto della bontà della scelta fatta dalla CSU, ovvero tenere insieme i rinnovi contrattuali e le riforme, in modo da garantire stabilità e certezze ai lavoratori ed alle imprese, rispetto ai redditi ed ai costi. Ora che l’inflazione ha rialzato la testa, il rinnovo dei contratti di lavoro diventa una priorità, specialmente per quelli ove le condizioni economiche e normative sono meno favorevoli. Sarà quindi importante non cadere nel tranello dello spezzatino contrattuale e delle riforme.

C’è bisogno altresì di nuovi interventi a sostegno della famiglia: misureremo nel concreto le intenzioni annunciate dalle forze politiche e dal Segretario di Stato Ugolini, che si è impegnato a tradurle in provvedimenti legislativi, senza dimenticare che ancora nulla si è risolto circa la mancata reciprocità dei congedi parentali per i lavoratori frontalieri sammarinesi ed italiani.

UNITÀ SINDACALE – Sappiamo che negli ultimi tempi si è affievolita. Auspico che si tratti unicamente di diverse sensibilità nei rapporti con il Governo. In ogni caso, non appena anche noi avremo definito gli incarichi confederali, il confronto interno alla CSU dovrà ricominciare in maniera serrata. Propongo di ripartire dall’accordo del 2007, relativo alle modalità di confronto interno alla CSU e con i lavoratori, in cui è previsto il ricorso al referendum anche sui temi di carattere generale. Dai momenti più critici ne siamo sempre usciti più forti.  Per noi non esiste unità sindacale se prima non viene ristabilita all’interno della CSU.

LA CSdL – Siamo la prima organizzazione sindacale di San Marino grazie all’impegno di tutti i Dirigenti a tempo pieno e dei nostri attivisti. Nonostante diversi pensionamenti, tra cui coloro che saluteremo alla fine dei lavori di questo Congresso, la CSdL cerca e trova sempre nuova linfa, riuscendo anche a ringiovanirsi. Rappresentiamo quasi 3.500 pensionati e 3.600 lavoratori attivi. Ben 656 nuovi iscritti tra i lavoratori attivi e 427 nuovi aderenti tra i pensionati nell’ultimo triennio. Siamo il sindacato più rappresentativo in tutto il settore privato, ad esclusione di quello bancario. Significativo anche il rinnovamento nel gruppo dirigente.

Nel concludere il suo intervento, Enzo Merlini ha confermato la sua candidatura alla carica di Segretario Generale CSdL. “Qualora tale candidatura fosse gradita – ha detto – ammetto che non sarebbe facile proseguire nel solco tracciato da Giuliano. Posso però assicurare passione ed impegno.”

CSdL

 

 

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