La posizione della CSU sulla crisi in atto

E’ impossibile non rimanere sbalorditi di fronte all’entità economica dei sequestri avviati dal Tribunale, diventa quindi un dovere assoluto dello Stato costituirsi parte civile nei processi che seguiranno, al fine di accertare i danni materiali subiti dalla Pubblica Amministrazione e quindi pretendere gli opportuni e adeguati risarcimenti. La CSU da parte sua valuterà la possibilità di costituirsi parte civile.
Nell’esprimere apprezzamento per questa azione di lotta al malaffare e di tutela della legalità e della stessa democrazia, e nell’auspicare che vengano accertate fino in fondo tutte le responsabilità, la CSU rinnova alle forze politiche il proprio appello al fine di fare piena pulizia al proprio interno affinché siano rappresentate da persone credibili e di comprovata onestà, per recuperare fiducia da parte dei cittadini ed essere all’altezza delle grandi sfide che attendono il paese.
Al contempo, la CSU sottolinea l’estrema necessità di non perdere altro tempo nell’affrontare i temi dello sviluppo, dell’occupazione, dello stato sociale, e in generale della ripresa del Paese, evitando che le vicende giudiziarie, che hanno duramente investito le forze di Governo e non solo, finiscano per paralizzare completamente l’iniziativa politica.
Non spetta certo al sindacato entrare sia nel dibattito maggioranza-opposizione che nelle future formule di Governo. Constatiamo però che l’azione finora svolta dall’Esecutivo sia stata del tutto inadeguata a far fronte alle grandi problematiche che gravano sul paese e sui cittadini, in particolare quelli più colpiti dalla crisi, ad iniziare dai giovani privi di qualsiasi prospettiva occupazionale.
Si pensi che dopo decine di richieste di incontri avanzate dalla CSU su una molteplicità di temi – dalla legalità alle privatizzazioni, dallo stato dei conti pubblici all’emergenza disoccupazione, dal lavoro nero ai fondi pensione – il Governo ha convocato recentemente solo un incontro generale e uno specifico sui temi dello sviluppo, da cui non sono emersi né contenuti né impegni concreti.
Le priorità del Paese si possono riassumere in tre grandi filoni: sviluppo e occupazione; bilancio dello stato e legge finanziaria; completamento riforma tributaria, stato sociale e previdenza. Circa lo sviluppo, occorre definire un progetto qualificato e credibile di rilancio economico in grado di attirare investimenti nel nostro paese, chiamando le banche a mettere a disposizione delle imprese le risorse economiche necessarie.
La riforma tributaria deve essere portata a compimento nella sua interezza, superando tutti i ritardi e le inadempienze che ancora non hanno consentito di rendere obbligatoria per tutti gli operatori economici la San Marino Card, che rappresenta lo strumento cruciale per la realizzazione della riforma. Occorre fare chiarezza sul bilancio dello Stato, impostare politiche atte al contenimento della spesa pubblica tramite la lotta agli sprechi e alle inefficienze, e realizzare una profonda riforma della legislazione sul sistema degli appalti.
Per affermare la massima trasparenza a tutti i livelli, compreso quello politico e sociale, va definitivamente superata quella soglia di opacità che ancora persiste nel sistema bancario-finanziario sammarinese, costituita dal sistema delle finanziarie e fiduciarie, che rappresenta di fatto ancora una forma di segreto bancario. Questa serie di problemi possono essere affrontati solo da un Esecutivo autorevole, sul quale non pesi il benché minimo sospetto di essere chiamato in causa con le inchieste giudiziarie.
Compito dunque delle forze politiche fare una grande operazione di trasparenza e di pulizia al proprio interno per essere all’altezza delle gravi emergenze che sta vivendo la nostra Repubblica. Da parte nostra, riteniamo necessario chiamare le forze sane presenti all’interno di tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio Grande e Generale, ad assumersi un impegno di responsabilità nel governo del paese, al fine di fornire le risposte necessarie alle gravi emergenze che sta vivendo la nostra Repubblica.
Questo Paese insomma non può reggere tre crisi contemporaneamente: crisi economica, crisi occupazionale, crisi politica. Per questo la CSU chiede con forza alla politica di uscire dalla contrapposizione continua e dall’attuale incertezza. La Repubblica è di fronte ad un bivio epocale: o si colgono le opportunità che ogni crisi porta con sé, oppure diventerà reale l’implosione del sistema, non solo economico ma anche istituzionale e democratico. Mai come in questo momento il dovere del sindacato, come di tutti, è riscoprire il senso della comunità e il valore della responsabilità. Non esistono ricette magiche, ma un umile e quotidiano impegno nel cercare soluzioni e prendere decisioni.
Centrale Sindacale Unitaria