Difendiamo lo stato sociale adesso!

Posted On 15 Set 2022
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DIFENDIAMO LO STATO SOCIALE ADESSO!

La Pubblica Amministrazione sta pagando anni di incuria; il blocco delle assunzioni in vigore dal 1998 ha impoverito, dequalificato e creato distorsioni nella gestione dei servizi. Per far funzionare la macchina statale, si è proceduto a colpi di assunzioni precarie, questo a discapito sia dei lavoratori che dell’efficienza del sistema.

Con lo scoppio della crisi, inoltre, si è ingigantito il comodo luogo comune che dipinge la PA come origine di tutti i guai del Paese. Vanno dunque superati stereotipi e caricature, perché scuola, sanità, sicurezza, giustizia sono i pilastri fondamentali della competitività di un Paese e quindi tra gli elementi che dovranno concorrere alla ripresa e allo sviluppo.
Va quindi percorsa con decisione la strada del fare dando attuazione ad interventi non più rinviabili: il fabbisogno di personale, i profili di ruolo e l’avvio di un piano di concorsi pubblici. È da tutti riconosciuto che uno dei fattori di crescita e di richiamo di nuovi investimenti è dato dall’efficienza dei servizi pubblici. Occorre pertanto un’azione decisa che permetta alla PA di rappresentare un valore aggiunto e trasformi il costo dei servizi in investimento.
La logica dei tagli, prevalsa finora in alternativa ad una vera riforma strutturale, non è più compatibile con tale obiettivo avendo ormai portato molti servizi a non avere le risorse indispensabili.
Occorre inoltre valutare l’impatto sull’occupazione di nuovi interventi, quali quelli ipotizzati anche dall’ultima legge di bilancio, che oltre a ridurre servizi per i cittadini in settori essenziali come sanità ed istruzione, sono potenzialmente produttori di ulteriore disoccupazione, specie giovanile, altamente qualificata e priva di qualunque ammortizzatore.

In tema di risorse pubbliche, una buona fetta del debito dello Stato, pari a oltre 80 milioni di euro complessivi, è rappresentato dal debito verso il fondo pensioni lavoratori dipendenti. Va subito invertita questa tendenza, e in tal senso il Governo deve assumere impegni precisi e stringenti per la restituzione delle somme indebitamente e ingiustamente prelevate.

Ulteriore incertezza genera la mancata definizione di un modello chiaro di PA. Nel tempo, infatti, sono avanzate iniziative striscianti che hanno tacitamente introdotto un modello diverso da quello tradizionale: le esternalizzazioni e la nascita di enti, di varia natura giuridica, partecipati dallo Stato, hanno finito per appesantire la macchina statale e per creare maggiore incertezza sul piano della qualità, riducendo ulteriormente le possibilità di lavoro per i residenti, a fronte di costi che non appaiono sostanzialmente ridotti rispetto ad una gestione diretta da parte della Pubblica Amministrazione.

La Centrale Sindacale Unitaria esprime preoccupazione per alcune scelte di spending review contenute nella Legge Finanziaria 2014. Nello specifico, pone l’attenzione sulla diminuzione di sei milioni di trasferimenti a favore dell’Istituto Sicurezza Sociale, cifra che corrisponde ad un taglio del 10% del bilancio della sanità pubblica.
Nonostante le ripetute rassicurazioni del Segretario di Stato alla Sanità circa il mantenimento dell’attuale livello di prestazioni sanitarie, sono forti le perplessità sulla tenuta, nel medio e lungo periodo, dell’attuale equilibrio tra risorse e qualità dei servizi.

Del resto, nella stessa Legge Finanziaria approvata lo scorso dicembre non sono mancate alcune prime avvisaglie sul possibile ridimensionamento dello Stato sociale, come l’eliminazione dei rimborsi per le protesi odontoiatriche per bambini e l’eliminazione dei rimborsi delle cure termali.

Inoltre, la revisione del prontuario farmaceutico ha già introdotto il pagamento di alcuni medicinali, mentre siamo in attesa di conoscere le indicazioni sul nuovo elenco del prontuario.

Preoccupazione e incertezza gravano poi sul futuro della Casa di Riposo di Cailungo ed il Casale La Fiorina. Resta infatti ancora nel limbo il “piano triennale” annunciato lo scorso marzo dalla Segreteria Sanità e dalla direzione dell’ISS, piano che dovrebbe avviare l’unificazione delle 2 case di riposo nella nuova struttura della Fiorina con i suoi 109 potenziali posti letto. Non solo: è ancora da sciogliere il nodo gestionale -pubblico o privato – della futura struttura unica.

Per questo la CSU ha più volte incalzato l’Esecutivo a compiere una scelta chiara a favore dell’impostazione pubblica, anche perché l’attuale gestione privata del Casale La Fiorina evidenzia forti criticità legate soprattutto alla necessità di dare priorità all’equilibrio di bilancio rispetto alla qualità del servizio. Questo si traduce in una cronica carenza di personale, turni che comportano forti sacrifici agli addetti ed un livello minimo di servizi, anche fondamentali, come la fisioterapia e l’animazione.

CSU