Per un maggiore impegno del nostro Paese sul piano internazionale per favorire la pace nelle aree di conflitto, dalla Palestina all’Ucraina e in tutte le aree devastate dalle guerre. Per l’affermazione in ogni parte del mondo dei diritti umani e delle libertà fondamentali con particolare attenzione alle condizioni sociali delle donne in alcune parti del Mondo.

Per la sottoscrizione in tempi brevi dell’Accordo di associazione con l’Unione Europea, ricercando la massima condivisione dei cittadini e delle parti sociali.

Per rafforzare il ruolo delle Organizzazioni Sindacali Internazionali (CES e CSI), al fine di tutelare i lavoratori e i pensionati di fronte ai grandi potentati economici ed alle decisioni economico-politiche sovranazionali.

Per un qualificato e lungimirante progetto di sviluppo del Paese basato sull’economia reale, trasparente e sostenibile, che crei occupazione stabile e di qualità.

Per realizzare interventi concreti ed efficaci a supporto dei cittadini e delle famiglie in maggiori difficoltà economiche.

Per una politica dei redditi in grado di tutelare appieno il potere d’acquisto delle retribuzioni e delle pensioni.

Per interventi a sostegno della maternità, rivolti anche alle donne disoccupate, per incentivare nuove nascite e contrastare il preoccupante fenomeno della denatalità.

Per una politica della casa che consenta ai cittadini, anche mediante la possibilità di usufruire di mutui a tasso agevolato, di accedere all’acquisto di una abitazione a costi sostenibili. Per impedire le speculazioni sui canoni di locazione, che sono ormai proibitivi per le giovani coppie e per le categorie più vulnerabili.

Per il completamento dei rinnovi contrattuali, raggiungendo in tempi rapidi un accordo dignitoso anche per il settore bancario. Per la positiva conclusione della trattativa per il rinnovo del contratto del settore industriale ed artigianale e per una celere definizione di tutti gli altri contratti in scadenza.

Per la piena realizzazione del Piano nazionale pluriennale sull’eliminazione della violenza, delle molestie e delle discriminazioni nel mondo del lavoro, attraverso le più efficaci politiche di formazione, informazione, prevenzione e protezione.

Per mettere fine al precariato e al lavoro nero in ogni settore lavorativo.

Per il rilancio del ruolo degli RLS e per una celere revisione delle normative per la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Per un sostenibile progetto di riduzione del debito pubblico e di riduzione dei costi che ne derivano, liberando preziose risorse per potenziare lo stato sociale e rilanciare lo sviluppo.

Per una riforma tributaria che realizzi una reale equità fiscale, combattendo l’elusione e l’evasione fiscale attraverso controlli che accertino i redditi ed i reali patrimoni di tutti contribuenti.

Per il celere recupero delle ingenti risorse dei debitori verso lo Stato e i lavoratori.

Per una profonda ed efficace riorganizzazione dei servizi sanitari e socio-sanitari, che assicuri una sanità di qualità e riduca i tempi di attesa per le visite specialistiche, la diagnostica e la prevenzione; per la riapertura dei centri ricreativi per i pensionati.

PROGRAMMA Festa del 1° Maggio 2024

Palatenda CSU Parco Ausa – DOGANA

Ore 15,00 – Inizio Festa, in compagnia della musica e dell’intrattenimento con l’Orchestra LA NUOVA ROMAGNA FOLK (interno Palatenda CSU) La festa e l’intrattenimento con i balli proseguiranno anche dopo cena.

Dalle ore 19,00 circa alle 20,45 – Esibizione delle SIRENE DANZANTI di Sandra e Mirko Ermeti che saranno affiancati anche dall’esibizione dei maestri MARTA e VALERIO SEVERINI della Scuola di Ballo di Villagrande di Montecopiolo.

Durante la giornata di festa saranno in funzione: bar, stand gastronomico e la Ruota della Fortuna. Intrattenimenti ed attività ludiche rivolte ai più piccoli, attività creative e manuali.

MARTEDÌ 30 APRILE SERATA MUSICALE OUTHSIDE

In attesa della festa del 1° maggio, la sera precedente, sempre nel Palatenda CSU, è in programma uno serata di musica moderna da ballo rivolto in particolare ai giovani. Outhside è il titolo, della serata, che sarà animata dai DJ @vincenzo_voli, @microonda, @swagmarino, @sounds.vanilla, @_undermusic, i quali proporranno vari generi musicali, tra cui techno, house, DnB.

Sarà presente anche un allestimento interattivo curato da studenti dell’Università di San Marino. Arricchiscono la serata stand gastronomici con una ricca offerta di piatti e di bevande.

 

CSU

Per alcune Associazioni di categoria questo non ha importanza, perché le imprese rappresentate possono comunque reperire il personale da un bacino molto ampio, quello del circondario

RSM 24 04 2024 – Si conclude oggi la pubblicazione dello studio realizzato dalla CSdL che ha fornito un quadro dettagliato dell’occupazione nella Repubblica di San Marino, analizzando i dati e le dinamiche che si sono sviluppati dal 2016 al 2023.

La prima tabella allegata riporta l’incremento in termini percentuali degli occupati all’interno dei principali settori privati nel periodo in esame, sia per quanto riguarda il numero totale, che con specifico riferimento ai lavoratori sammarinesi e residenti.

Si evince che i settori che sono cresciuti di più in termini percentuali, sia nel complesso che rispetto all’occupazione interna, sono i servizi di informazione e comunicazione, le attività di alloggio e ristorazione ed il manifatturiero.

Invece, in altri sono stati assunti quasi esclusivamente dipendenti frontalieri; a questo proposito, spiccano in modo particolare il settore commercio, visti i valori assoluti che esprime, e le attività di servizio alle imprese, noleggio ed agenzie viaggio, presso le quali addirittura i sammarinesi e residenti sono diminuiti, a fronte di un balzo del 28,9% in termini di occupati complessivi.

La seconda tabella riporta invece il contributo dei singoli comparti, sempre in termini percentuali, alla crescita (o decrescita in taluni casi) complessiva degli occupati dell’intero settore privato e con specifico riferimento all’incremento dell’occupazione interna. In entrambe le tabelle, non sono indicati i settori che hanno avuto una crescita poco significativa, in quanto di piccole dimensioni, o una decrescita.

Non è una novità che il settore manifatturiero rappresenti il comparto che ha contribuito di più rispetto all’aumento complessivo dei lavoratori dipendenti, ma acquista ancora maggiore rilievo il fatto che abbia assunto il 70% dei nuovi occupati sammarinesi e residenti.

Con riferimento all’occupazione interna, sono pochi i settori che hanno contribuito al suo incremento; anzi, in buona parte dei casi i lavoratori sammarinesi e residenti sono diminuiti. Al netto del settore finanziario e assicurativo, che è l’unico ad avere ridotto il numero complessivo dei dipendenti rispetto al 2016, viene da chiedersi se sono i lavoratori sammarinesi e residenti che rifuggono dalle imprese di determinati settori, oppure se sono le stesse aziende che privilegiano il personale proveniente da fuori territorio.

Che si tratti della prima o della seconda ipotesi, occorre interrogarsi sulle ragioni: di certo non sono di carattere professionale, ovvero di carenza delle competenze specifiche richieste dalle aziende. In proposito, il caso più vistoso è quello delle attività di servizio alle imprese, noleggio ed agenzie viaggio, che hanno incrementato in modo consistente il numero degli occupati, a fronte di un calo di quelli sammarinesi e residenti. I due terzi dei dipendenti di queste attività sono infatti inquadrati ai livelli più bassi previsti dai contratti. Peraltro, quello dei servizi, a cui prevalentemente fanno riferimento, è uno dei più “poveri”.

La resistenza ad adeguare gli stipendi, fermi da diverso tempo, a cui abbiamo assistito nelle trattative per i rinnovi contrattuali di questi settori, e questa tendenza ai bassi inquadramenti – che probabilmente non corrisponde alle competenze professionali effettivamente richieste – non costituisce certo un fattore di attrattività in un mercato del lavoro di ridotte dimensioni.

Ma a qualche Associazione di categoria ed ai loro rappresentati questo verosimilmente non interessa, visto che in un bacino di decine di migliaia di potenziali lavoratori come quello che ci circonda, qualcuno che accetta di essere sottopagato si trova sempre…

Nei prossimi giorni le varie analisi e tabelle che compongono lo studio CSdL sull’occupazione, pubblicate pressoché quotidianamente, verranno raccolte in un unico documento che si potrà scaricare on line sul sito CSdL.

CSdL

 

 

RSM 23 04 2024 – Dopo aver diffuso ieri la suddivisione numerica dei lavoratori dipendenti nei principali settori privati, oggi riportiamo una tabella che riproduce la medesima situazione occupazionale, sempre al 31 dicembre 2023, espressa però in termini percentuali.

È noto che quello industriale è il settore principale in termini di occupati; forse però non era risaputo che nel mondo del lavoro privato lo è anche con riferimento al genere femminile; il 50% circa delle donne sono occupate nel manifatturiero (24,6%) e nel commercio (20,8%), mentre il settore industriale da solo occupa quasi il 50% dei lavoratori uomini.

La seconda tabella allegata al comunicato rappresenta la variazione dell’incidenza dei vari settori al 31 dicembre di ciascuno degli anni indicati, con specifico riferimento all’occupazione dei lavoratori dipendenti sammarinesi e residenti. È possibile apprezzare come in alcuni settori – manifatturiero, alloggio e ristorazione, servizi di informazione e comunicazione – il trend è positivo rispetto a 7 anni fa, mentre negli altri è stabile o in diminuzione.

Occorre sottolineare che nell’ultimo biennio si è verificato un trasferimento di lavoratori, soprattutto donne, dal settore privato a quello pubblico.

Le tabelle e i commenti che pubblicheremo domani riguardano l’incremento dei lavoratori dipendenti occupati in totale e, nello specifico, dei sammarinesi e residenti, nel periodo 2016-2023.

CSdL

 

 

RSM 22 04 2024 – Alle 18.30 in diretta sulla pagina Facebook “Cuore CSdL”, martedì 23 aprile è in programma una nuova puntata di “CSdL Informa”. Sarà l’occasione per tornare sul tema dell’anagrafica dei debitori, con un approfondimento sui casi più recenti, e al contempo per parlare del fiscal drag, alla luce dei dati fiscali del 2022. Inoltre verranno illustrati alcuni contenuti di un nuovo studio della CSdL, riguardante i numeri delle imprese sammarinesi.

Partecipano dirigenti del livello confederale e delle Federazioni. Coordina Giuliano Tamagnini.

CSdL

Non se ne parla abbastanza, anche perché l’Esecutivo ha dirottato l’attenzione su altri modelli di sviluppo meno virtuosi, come residenze atipiche e registro navale. Le tabelle di oggi illustrano la ripartizione dei lavoratori dipendenti nei principali settori

RSM 22 aprile 2024 – Si avvicina alla conclusione lo studio compiuto dalla CSdL che ha sviscerato diversi aspetti della situazione occupazionale sammarinese. Le tabelle allegate al presente comunicato rappresentano la situazione relativa ai lavoratori dipendenti al 31 dicembre degli anni 2023, 2022 e 2016.

Sono indicati i settori principali dell’economia del nostro paese, ordinati per numero di addetti, e consentono di fare un’analisi sull’impatto, in termini di nuovi occupati, dello sviluppo del sistema economico sammarinese, decisamente molto importante, che ha superato con successo la crisi causata dalla pandemia da Covid-19. Domani pubblicheremo altre tabelle con le variazioni percentuali e le relative valutazioni.

Ci piace sottolineare che si tratta dell’economia reale, di cui si parla troppo poco, anche a causa delle recenti scelte del Governo, che hanno spostato l’attenzione su altri modelli di sviluppo economico, sicuramente meno virtuosi, come le residenze fiscali atipiche, per attrarre soggetti facoltosi ed incassare soldi facili, oltre al registro navale, per far concorrenza ai paradisi fiscali ancora presenti in giro per il mondo.

CSdL

Necessari più controlli per stanare i rapporti di lavoro a tempo parziale fasulli; le donne sono penalizzate sia in termini retributivi che per i minori versamenti contributivi. Nel settore privato, le donne sono anche più precarie, rispetto agli uomini

RSM 19 04 2024 – Nell’ambito dello studio CSdL sulla situazione occupazionale, un ulteriore elemento da sottolineare riguarda i rapporti di lavoro part-time. Al 31 dicembre 2023, su 18.189 lavoratori dipendenti si sono registrate 2.809 posizioni di lavoro a tempo parziale, pari al 15,4% degli occupati: una percentuale significativa. I contratti part-time riguardano 2.178 donne, ovvero il 77,5% del totale.

Se nel manifatturiero solo il 5,5% dei dipendenti ha un orario di lavoro ridotto, in altri settori si arriva a superare il 30%. Distinguendo tra uomini e donne, si evince che nel settore manifatturiero “solo” il 17% delle lavoratrici ha un contratto part-time, mentre in altri comparti superano addirittura il 40%. È improbabile che una donna su due abbia scelto un orario ridotto; verosimilmente, non hanno avuto alternative.

Anche i part-time fasulli sono subìti; lavorare una parte, a volte anche consistente, di ore in nero è penalizzante sia in termini salariali, ma anche previdenziali. Le donne sono quindi costrette ad andare in pensione più tardi degli uomini, anche per poter ricevere un assegno almeno decente. Peraltro, questo problema non riguarda solo le dirette interessate, ma tutta la collettività, per i minori contributi versati nei rispettivi fondi e per le minori imposte pagate per finanziare lo stato sociale.

È necessario che vengano effettuati controlli capillari ed incisivi da parte degli organi ispettivi preposti, per verificare la corrispondenza tra le ore effettivamente lavorate e quelle “ufficiali”, mettendo fine ad ogni abuso e irregolarità.

Inoltre, il lavoro part-time spesso viene svolto con orari discontinui. Ad esempio, nel settore delle pulizie succede di frequente che un contratto di 4 ore giornaliere impegni di fatto la lavoratrice per quasi tutta la giornata, in quanto distribuite in parte al mattino presto ed in parte al pomeriggio o alla sera, con un evidente disagio.

Sarebbe doveroso riconoscere, anche a fronte di una simile flessibilità, retribuzioni di gran lunga maggiori di quelle esistenti, ma il contratto dei servizi è invece uno dei poveri. Essendo un settore molto frammentato, la contrattazione sconta una evidente difficoltà di coinvolgimento dei lavoratori a sostegno delle rivendicazioni sindacali. Serve un ruolo attivo della politica a sostegno di queste lavoratrici, sia in termini di pressione sulle Associazioni di Categoria, che sul piano legislativo.

Le donne sono penalizzate anche sul piano della stabilità dei rapporti di lavoro. Infatti, se i contratti a tempo determinato nel loro complesso riguardano circa il 18% degli occupati, il dato distinto tra i generi sconta un gap di oltre il 6%.

Peraltro, un tasso medio di contratti precari pari al 18% pone in evidenza – statisticamente – che vi sono aziende che arrivano al limite del 25% della forza lavoro, previsto dalla legge e dai contratti. È evidente che l’utilizzo del tempo determinato non è sempre dovuto a reali esigenze temporanee o picchi di lavoro, anche se va riconosciuto che assistiamo da anni a cicli economici piuttosto instabili, fatti da repentini balzi in avanti e all’indietro.

È ancora presto per analizzare gli effetti del recente accordo con il quale è stata allungata a 24 mesi la durata massima dei contratti a termine. Per il momento, possiamo dire che il dato è pressoché costante negli anni presi in esame (2017-2023).

Rispetto ad un mercato del lavoro del settore privato che in tutta evidenza favorisce il genere maschile, il fatto che il settore pubblico allargato occupi prevalentemente donne costituisce una sorta di riequilibrio. Il dato relativo ai part-time non è disponibile, ma ci risulta che siano pochi, ed anche i contratti di lavoro a tempo determinato sono molti di meno, grazie anche ai recenti accordi di stabilizzazione.

Non è invece noto il dato delle retribuzioni medie del settore privato distinto per genere e per ore lavorate. Siamo sicuri che troveremmo le donne penalizzate anche su questo versante.

CSdL

Pubblichiamo le tabelle relative al periodo in cui è stata in vigore la liberalizzazione da lui introdotta e gli effetti della abrogazione del provvedimento

RSM 19 04 2024 – In relazione al post pubblicato dal Consigliere ed ex Segretario di Stato per il Lavoro Andrea Zafferani rispetto al nostro commento relativo alla liberalizzazione delle assunzioni, introdotta dallo stesso Zafferani nel 2017 e sospesa a metà 2020, è doveroso fornire alcune precisazioni.

La frase incriminata è quella che terminava con “… aveva invece prodotto un aumento importante del numero dei lavoratori frontalieri, ma al contempo non si era ridotta la disoccupazione interna.” In effetti, riguardando il testo prima della pubblicazione ci è sfuggita la conclusione con “in misura altrettanto significativa”.

Anche nel periodo 2016 – 2019, il numero degli occupati sammarinesi e residenti era salito ma, come dimostrano i numeri, in misura decisamente ridotta rispetto alla crescita occupazionale: 357 unità su un totale di 1.401, pari al 25%.

Gli effetti della revoca della liberalizzazione, o meglio condizionata in base al tasso di disoccupazione, avvenuta a metà 2020, si sono subito visti. Nel biennio successivo (2019 – 2021), a fronte di 730 nuovi posti di lavoro nel settore privato, 424 sono stati occupati da lavoratori sammarinesi e residenti, pari a ben il 58%.

Il Consigliere Zafferani dice che colpevolmente dimentichiamo che anche il provvedimento da lui voluto era legato al tasso di disoccupazione. Ammettiamo di non ricordarlo e quale riferimento avesse: nel 2017 era oltre il 6%, un dato piuttosto allarmante per la realtà sammarinese.

Questi erano e rimangono i motivi della nostra critica, compresa quella che non riteniamo fosse un vanto il “gruzzoletto” derivante dal pagamento della tassa del 4,5% da parte delle imprese per l’assunzione dei lavoratori frontalieri. L’obiettivo prioritario doveva essere quello di occupare i cittadini sammarinesi e residenti il prima possibile, visto anche il lungo periodo di crisi di sistema ed occupazionale che avevamo alle spalle.

CSdL

 

 

Puntata speciale di “Border – Storie di Confine”. CSdL e CGIL Rimini parlano delle problematiche dei frontalieri a San Marino; della storia di tante conquiste ma anche delle tematiche ancora aperte con l’Italia.

 

 

 

RSM 18 aprile 2024 – Nuova tappa della ricerca CSdL sui numeri dell’occupazione sammarinese. Al 31 dicembre 2023 i lavoratori sammarinesi e residenti nel settore privato sono diminuiti rispetto al 2022, mentre sono aumentati nel settore pubblico; ciò riguarda in prevalenza le donne.

Verosimilmente ciò è dovuto non solo a ragioni di carattere professionale, come un impiego più attinente al proprio titolo di studio, ma anche per effetto di orari di lavoro che consentono una migliore conciliazione con le esigenze familiari. Anche la stabilità del rapporto di lavoro è un fattore determinante per i progetti di vita delle persone.

I dipendenti pubblici frontalieri sono aumentati con una percentuale elevata che colpisce; in realtà, la base di partenza era insignificante. Si tratta di lavoratrici e lavoratori occupati quasi esclusivamente nel settore sanitario e socio-sanitario, dove sono ben note le difficoltà di reperimento del personale.

Nel settore pubblico allargato negli ultimi due anni i dipendenti sono maggiormente cresciuti nella PA (+172 dipendenti) e nell’ISS (+84 dipendenti). Si precisa che nel dato statistico relativo alla PA non sono comprese le Aziende Autonome, l’ISS, l’Università ed il CONS. Dal 2016 al 2023, la crescita complessiva del settore pubblico allargato è stata di 235 unità.

Dal 2016 al 2023, i lavoratori dipendenti dei settori privati sono cresciuti di 3.271 unità, di cui 736 sono sammarinesi e 2.535 frontalieri. Dopo la diminuzione avvenuta nel 2020, a causa della pandemia, nei tre anni successivi la crescita occupazionale ha avuto una impennata pari a oltre 2.100 unità. L’incremento ha riguardato quasi tutti i settori, con una maggiore incidenza nel settore manifatturiero (quasi il 50% del totale, come si evincerà dalle tabelle che pubblicheremo nei prossimi giorni).

Domani faremo una precisazione relativa al post del Consigliere ed ex Segretario di Stato Andrea Zafferani, relativo ai dati e commenti pubblicati il 17 aprile.

CSdL

 

Se la percentuale di disoccupati dovesse eventualmente risalire e superare un determinato tasso, sarà ripristinata la verifica preventiva degli iscritti alle liste di collocamento, prima di accedere al mercato del lavoro esterno

RSM 17 04 2024 – Prosegue l’analisi della situazione occupazionale sammarinese effettuata dalla CSdL. Dai dati pubblicati nelle tabelle odierne, si evince una significativa diminuzione del numero dei lavoratori indipendenti nel periodo preso in esame (2016-2023). In buona parte, ciò è dovuto al fatto che diversi titolari di imprese individuali hanno attivato una Srl ed ora risultano lavoratori dipendenti.

La categoria dei lavoratori indipendenti è formata da imprenditori con licenza industriale, di servizio, artigiana, commerciale e agricola, e dai liberi professionisti, quali gli avvocati ed i commercialisti. Il calo è molto più marcato nelle prime fattispecie, mentre è più contenuto per i liberi professionisti.

Nello stesso periodo, l’incremento del 6,7% dei lavoratori dipendenti sammarinesi e residenti, può sembrare limitato, soprattutto se rapportato alla crescita di gran lunga superiore dei lavoratori frontalieri; in realtà si tratta di una percentuale significativa, che ha permesso di raggiungere una situazione di quasi piena occupazione.

In questa fase, l’attuale liberalizzazione nelle assunzione dei lavoratori frontalieri è doverosa, perché in molti casi la manodopera richiesta dalle aziende non è reperibile nelle liste di avviamento al lavoro, visto il basso livello di disoccupazione. Pertanto, per trovare personale le aziende devono necessariamente rivolgersi a lavoratori residenti fuori territorio.

La precedente liberalizzazione, attuata in maniera incondizionata nel periodo 2017-2020, aveva invece prodotto un aumento importante del numero dei lavoratori frontalieri, ma al contempo non si era ridotta la disoccupazione interna.

L’attuale liberalizzazione è comunque vincolata; rimarrà tale fino a quando il tasso di disoccupazione sammarinese non supererà una determinata soglia, al momento fissata al 3%. C’è da augurarsi che ciò non avvenga; in caso contrario le aziende dovranno rivolgersi prioritariamente alle liste di avviamento al lavoro. I dati dimostrano che attualmente lo stanno comunque facendo, pur non avendo alcun obbligo.

CSdL