Sanità: è fuori luogo parlare del nuovo ospedale, se prima non c’è un progetto complessivo 

Posted On 20 Dic 2022
Comment: Off

A San Marino la media è di 1.588 assistiti per ogni medico di base (con punte di 1.800), contro i 1.150 di media dell’Italia. Ancora non si vede il nuovo atto organizzativo dell’ISS, ma al contempo vanno avanti pezzi di ristrutturazione di settori della sanità, al di fuori di una cornice complessiva. Contratto PA: dopo la firma dell’accordo che riconosce un acconto dell’1,5% ai lavoratori, a breve verrà presentata al Governo la piattaforma rivendicativa

RSM 19 12 2022 – Lo stato della sanità sammarinese è ancora uno dei temi più sentiti dai cittadini, che ogni giorno vivono sulla loro pelle le difficoltà di un settore che un tempo era un fiore all’occhiello dello stato sociale del nostro Paese. Nell’ultima puntata di “CSdL Informa” si sono soffermati sull’argomento il Segretario FUPS Elio Pozzi e il Segretario FUPI Antonio Bacciocchi, il quale ha fatto anche un riferimento al recente accordo per i dipendenti PA e AASLP firmato con il Governo.

“Il responsabile dell’Authority Sanitaria – ha esordito Elio Pozzi – ha fatto 4 serate sui numeri della salute; è emerso che il numero dei medici presenti a San Marino è tra i più alti al mondo. Sono molti perché abbiamo un ospedale di Stato, nel quale sono presenti tutti i reparti ritenuti importanti con le relative strutture di organico; per quanto riguarda gli infermieri, la percentuale è allineata con la media europea.

Molto diversa è invece la situazione della medicina di base. Facendo un raffronto con l’Italia, la media nazionale italiana è di 1.150 assisiti per ogni medico di condotta; naturalmente ci sono zone, anche vicino a noi, in cui il numero è più alto. A San Marino, invece, abbiamo 1.588 assistiti per ogni medico di base; ci sono anche medici con quasi 1.800 pazienti. Sono 30.182 gli assistiti a San Marino, suddivisi tra 19 medici di base; a Serravalle vi sono 7 condotte, 6 a Borgo Maggiore e altrettante a Murata. Le zone periferiche come Gualdicciolo, Chiesanuova, Fiorentino, Faetano, fanno riferimento sempre a queste condotte.

I compiti dei medici di base sono molto importanti e diversificati; tra questi vi è anche quello di visitare i pazienti a casa, quando è necessario, ma è un impegno arduo per i medici che hanno un numero molto elevato di pazienti.

Ultimamente è stata avanzata l’idea di smantellare la COT, però senza un progetto complessivo sulla medicina di base, non si può da un giorno all’altro cancellare questa struttura. Anche prima dell’introduzione della COT le comunicazioni con i centri per la salute non erano agevoli. La COT risponde a più telefonate, ma al contempo con questo sistema è stato posto un ulteriore filtro nel rapporto tra medico e paziente.

“Occorre prima di tutto – ha rilevato il Segretario FUPS – che i responsabili politici e i dirigenti dell’ISS rendano esplicito quale sarà il futuro della sanità a San Marino, nel cui ambito occorre anche definire i rapporti con le strutture sanitarie delle regioni vicine. L’argomento del nuovo ospedale ciclicamente torna fuori. Il numero di medici presenti in ospedale è funzionale alla organizzazione attuale, ma se questa viene modificata, ci si dovrà chiedere quali saranno le conseguenze relative al personale.”

“Uno degli ultimi riferimenti sul sistema sanitario – ha poi puntualizzato il Segretario FUPI Antonio Bacciocchi – è l’audizione del Comitato Esecutivo dell’ISS alla Commissione sanità del 7 dicembre, che doveva chiarire una serie di aspetti che il Consiglio Grande e Generale aveva posto allo stesso Comitato Esecutivo. Va dato atto al Direttore amministrativo e al Direttore sanitario di aver chiarito alcuni elementi, tra cui le difficoltà e gli interventi effettuati per ristrutturare il bilancio dell’ISS.

Invece, il Direttore Generale nei suoi interventi ha chiarito poco o nulla, rispetto ai nuovi progetti per la sanità sammarinese. Non ha fatto nessun riferimento sul nuovo atto organizzativo, la cui prima proposta è stata cambiata dallo stesso Direttore Generale, ma non sappiamo che fine abbia fatto. In sostanza, nell’audizione in Commissione Sanità non è arrivato nessun chiarimento alle domande che i cittadini continuamente si pongono.

Siamo alla fine dell’anno e ancora non abbiamo un progetto organizzativo dell’ISS, sul quale ovviamente non c’è stata nessuna possibilità di confronto. Abbiamo capito che il Comitato Esecutivo è fortemente impegnato su uno dei principali obiettivi, l’ospedale nuovo. Credevamo tutti che l’obiettivo principale fosse quello di far funzionare l’ospedale attuale e la sanità nel suo insieme, e che comunque prima si provvedesse a realizzare un progetto complessivo, in cui collocare anche l’eventuale costruzione di una nuova struttura ospedaliera.

In generale, si stanno attuando a pezzi delle riorganizzazioni all’interno dell’ISS, ma senza una cornice complessiva a cui fare riferimento, che è indispensabile. Ad esempio, per la tutela minori è partito un progetto sperimentale senza nessun confronto; c’è una modifica dell’atto organizzativo che riguarda l’oncologia, per superare le difficoltà che sta attraversando.

Circa gli infermieri e il loro impiego nella COT, queste figure professionali vanno utilizzate al meglio per le loro alte competenze, e non per funzioni che possono essere effettuate anche da altri profili di ruolo. Altro grande problema che Governo e Direzione ISS sono ben lontani dall’aver risolto, è rappresentato dalla difficoltà e dagli ostacoli che impediscono o rendono molto difficile il reperimento del personale medico e infermieristico. Ci auguriamo che dall’inizio dell’anno si parta con progetti chiari ed efficaci con il nuovo atto organizzativo e il conseguente fabbisogno del personale, e che si avvii una fase in grado di rimuovere tutte le difficoltà che persistono nel reperire il personale medico, infermieristico e sanitario.”

Il Segretario FUPI Antonio Bacciocchi si è soffermato anche sull’accordo recentemente siglato dal Sindacato con la delegazione di Governo, che dopo oltre dieci anni dalla scadenza del contratto PA riconosce un acconto dell’1,5% ai lavoratori del settore pubblico e ai dipendenti dell’AASLP. “Mentre i salariati dell’Azienda sono a buon punto del confronto sulla parte normativa, la PA è ancora ferma all’accordo del 30 giugno scorso sul precariato, nei cui allegati c’è una serie di impegni per il rinnovo del contratto.

I tempi si sono dilazionati e così si è concordato questo acconto, in attesa di definire il rinnovo del contratto, che le parti sono impegnate a raggiungere entro giugno 2023. Nei direttivi unitari riuniti nei giorni scorsi le tre Federazioni del Pubblico Impiego hanno già illustrato le basi della piattaforma per il rinnovo contrattuale, che verrà presentata alla delegazione di Governo. Da gennaio partirà l’iter formale delle procedure per l’avvio della trattativa, seguendo l’iter previsto dalla legge sulla rappresentatività. Questo rinnovo dovrà servire anche a definire il nuovo regime normativo e retributivo, per chiudere una partita che è aperta da tanti anni.”

CSdL