Sviluppo e lavoro ADESSO

Posted On 15 Set 2022
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SVILUPPO E LAVORO ADESSO! Campagna per l’occupazione e il rilancio economico

L’impatto brutale della recessione internazionale, insieme al crollo del vecchio modello economico sammarinese, basato sul segreto bancario e sull’anonimato societario, ha cambiato tutte le coordinate che ordinavano il rapporto fra economia e Stato e quello fra cittadino e Stato. La caduta verticale del Prodotto Interno Lordo e la profonda sofferenza del bilancio Statale, hanno messo in discussione gli equilibri sociali che garantivano una buona redistribuzione della ricchezza, la piena occupazione, servizi sociali diffusi e di qualità e alti standard di retribuzioni e pensioni.

Per far fronte all’isolamento internazionale e al recupero del crollo reputazionale dovuto ad anni di economia truffaldina, la Repubblica di San Marino ha intrapreso un lungo percorso di accordi internazionali e di aggiornamento delle norme interne con l’obiettivo di allinearsi agli standard di un’economia trasparente e virtuosa. La riforma tributaria rappresenta lo snodo finale di questo percorso e traccia una netta linea di demarcazione tra il vecchio e il nuovo sistema. La riforma tuttavia è un passaggio epocale che porta con se un mix di difficoltà, contraddizioni e problemi con cui si deve fare i conti.

In cinque anni di crisi, si sono persi 1.600 posti di lavoro, hanno chiuso centinaia di aziende e il numero dei disoccupati ha raggiunto la cifra record di 1.500 unità. A complicare questo scenario si è poi aggiunta l’emergenza debito pubblico, con il corollario di provvedimenti attuati in sede di legge finanziaria che hanno introdotto prelievi fiscali e patrimoniali, riduzione degli stipendi, taglio del personale, chiusura di servizi e pensionamenti forzati.

Questa stagione così segnata da dolorose trasformazioni, ha generato sfiducia, disorientamento, rabbia. Sentimenti, peraltro diffusi in tutta Europa, che chiamano in causa direttamente il ruolo delle diverse forme di rappresentanza. Anche il sindacato non sfugge alla difficoltà di interpretare e rappresentare pienamente il malessere che attraversa l’intera società, e in particolare il mondo del lavoro. La CSU è comunque convinta che da questa difficile situazione non si esce con facili scorciatoie individuali e di categoria, ma con soluzioni, idee e progetti capaci di tenere unito il movimento dei lavoratori e di far crescere e sviluppare il nostro sistema economico.

Dopo anni di egoismo, facili ricchezze, individualismo esasperato, San Marino si salva se riscopre il valore di comunità e quello della responsabilità. Ad un anno dalla presentazione del documento “SOS Lavoro”, la Centrale Sindacale Unitaria apre una nuova campagna per affrontare l’emergenza lavoro, proponendo una serie di misure e strategie per il rilancio dell’occupazione e la difesa dei posti di lavoro esistenti. Si tratta di un documento progettuale su cui la CSU intende coinvolgere i lavoratori e i cittadini con diverse iniziative di informazione, sensibilizzazione e mobilitazione.

● IL RILANCIO DELL’ECONOMIA
La recente uscita dalla black-list deve trasformarsi in immediate opportunità di crescita economica e occupazionale per San Marino. La normalizzazione dei rapporti diplomatici ed economici con l’Italia coincide con un quadro macroeconomico europeo che certifica la fine della recessione e che, per il prossimo biennio, stima un aumento medio del PIL di circa il 2%.

Abbiamo il dovere di intercettare questa crescita attraverso uno sforzo straordinario che promuova il sistema San Marino all’esterno. Ora non ci sono più alibi e non sono più tollerabili ulteriori ritardi da parte del Governo e della classe politica, che devono creare le condizioni per favorire l’insediamento di nuove e qualificate realtà economiche di reale interesse per il Paese.

Il motore fondamentale per la crescita rimane il manifatturiero, che assicura anche maggiore stabilità in termini di radicamento in territorio, perché presuppone investimenti significativi e una certa patrimonializzazione delle imprese. Dopo decenni di indifferenza e di inseguimento del miraggio della piazza finanziaria, occorre infatti progettare un piano industriale con al centro le attività che in questi anni hanno retto l’urto della crisi. Ovvero quelle concentrate nei settori: meccanica di precisone, agroalimentare, sanitario, elettrotecnica, microelettronica, il tessile di alta qualità.

Un altro campo d’azione interessate è quello della green economy, settore in cui la vicina Emilia Romagna è leader con 75.000 addetti e un fatturato di quasi 50 miliardi di euro. Più in generale, vanno intensificati i rapporti economici con le regioni limitrofe per sviluppare in un ambito di reciproche convenienze tutte le opportunità di carattere economico, turistico e culturali. Anche qui i dati del PIL (+1,2 nel 2014) ci confermano che l’area geografica in cui è inserita la nostra Repubblica è in scia con le migliori performance economiche europee.

Consolidare il comparto manifatturiero ha anche l’effetto di rilanciare le attività dei servizi alle imprese, che in questi anni di crisi hanno lasciato sul campo più di 350 posti di lavoro, quasi quanto il settore delle costruzioni. Proprio questo settore può ritrovare una nuova dimensione economica ed occupazionale attraverso una stagione di opere pubbliche mirate e un piano di ristrutturazioni edilizie sui binari della sicurezza antisismica e dell’ottimizzazione energetica.

Occorre riqualificare il patrimonio immobiliare dello Stato con nuovi standard a livello di impatto energetico, riciclo delle acque piovane ed efficienza climatica, oltre che incentivare i privati alla ristrutturazione degli edifici esistenti in questa direzione. È questo l’unico modo per rilanciare l’intero settore edile, in forte crisi. Il sistema bancario sammarinese deve essere messo in grado di interagire, in piena legittimità e trasparenza, con le realtà bancarie di altri Paesi anche mediante la sottoscrizione di protocolli di intesa con le autorità di vigilanza estere e con la Banca Centrale Europea. Occorre inoltre creare tutte le condizioni necessarie affinché possano crearsi investimenti, collaborazioni e partnership tra il sistema bancario sammarinese e grandi gruppi bancari di livello internazionale.

Le banche sammarinesi, che in larga parte hanno beneficiato di un importante sostegno pubblico, devono essere il fulcro sul quale poggia il rilancio del sistema economico di San Marino, sostenendo finanziariamente le aziende e mettendo a disposizione dei cittadini e degli imprenditori il patrimonio di professionalità e conoscenze accumulato in questi anni. Tutto ciò con l’obiettivo primario di contribuire a creare nuova occupazione, con particolare attenzione verso le fasce più deboli della popolazione, giovani e disoccupati.

Esistono ancora degli scogli da superare nella direzione della completa trasparenza, e in particolare quella soglia di opacità che ancora persiste nel sistema bancario-finanziario sammarinese, costituita dal sistema delle finanziarie e fiduciarie, che rappresenta di fatto ancora una forma di segreto bancario.

Il commercio deve essere rilanciato e valorizzato quale elemento di crescita sia economica che occupazionale. Questo obiettivo può avvenire mediante la riqualificazione di aree strategiche del territorio, come quelle di confine, già dotate di infrastrutture adeguate, e il potenziamento di strumenti innovativi come l’e-commerce, che dovrà essere accompagnato da accordi internazionali che superino i vincoli burocratici oggi esistenti e che hanno impedito lo sviluppo di tale innovativo comparto. Sarà indispensabile a tal fine approvare con la massima celerità la nuova “Legge sul consumo” che da troppo tempo aspetta di essere emanata. In concreto è necessario mettere in campo una task force con il preciso scopo di promuovere la Repubblica di San Marino e di attrarre investimenti che producano progetti imprenditoriali di lungo periodo e occupazione di qualità.

Per gestire e coordinare le priorità e per progettare il futuro economico, proponiamo di istituire un tavolo permanente per il lavoro e lo sviluppo, formato da Sindacato, imprenditori, Governo e uffici pubblici preposti. Anche il raggiungimento di un bilancio pubblico con i conti in ordine, in cui il deficit dello Stato sia portato a livelli molto più bassi (anche attraverso una vera spending review e la revisione del sistema degli appalti), rappresenta un elemento fondamentale di attrattività per gli investitori, oltre che una garanzia per il consolidamento dello stato sociale e delle politiche a sostegno dei soggetti più deboli, ad iniziare dai pensionati e anziani.

● IL LAVORO
Di fronte ad un’impennata del numero dei disoccupati e dei giovani in cerca di prima occupazione, è necessario intervenire su alcune distorsioni normative, in particolare su: ripristino della chiamata numerica, rigoroso rispetto della procedura di rilascio dei nulla osta per i lavoratori non residenti, ridimensionamento del fenomeno dei distacchi e dei contratti di collaborazione, superamento del “contratto di addestramento o formazione”, modifica della procedura relativa alle convenzioni stipulate fra Segreteria di Stato e aziende private.

Per prima cosa si rende necessario il ripristino della “chiamata numerica”, abolita nell’agosto del 2011 dal “Decreto Mussoni”. Si è infatti introdotta la “chiamata nominativa diretta” il che ha lasciato campo libero alle imprese di scegliere il personale da assumere indipendentemente dalle graduatorie, dai titoli di studio e dalle professionalità esistenti in territorio, penalizzando di fatto le persone socialmente più deboli.

Il secondo punto riguarda il rispetto della procedura di rilascio dei nulla osta per i lavoratori non residenti. Nel dettaglio va accertata da parte dell’Ufficio del lavoro, in maniera rigorosa e oggettiva, la rispondenza tra la richiesta di personale e la presenza nelle liste di residenti con i requisiti richiesti, al fine di superare ogni distorsione e assicurare il pieno il rispetto delle leggi che garantiscono il diritto al lavoro dei cittadini sammarinesi. Va anche superato l’utilizzo improprio del “distacco lavorativo”, poiché utilizzato in sostituzione di una regolare assunzione di personale, così come l’uso improprio dello strumento del subappalto. Altro elemento di criticità riguarda l’eccessivo utilizzo dei “contratti di collaborazione” in quanto spesso questa modalità contrattuale si configura come un vero e proprio lavoro subordinato.

Si denuncia anche un diffuso abuso del “contratto di addestramento o formazione”. In sostanza si tratta di rilevante beneficio economico riservato all’azienda a fronte di un reinserimento lavorativo finalizzato ad una vera e propria assunzione. Questo obiettivo però è troppo spesso vanificato poiché dopo i due mesi di agevolazione l’azienda non conferma l’assunzione, riutilizzando tale beneficio con un altro lavoratore.

Sul piano generale, fatta salva la priorità per i lavoratori sammarinesi e residenti, una volta che i lavoratori sono regolarmente occupati in territorio, a tutti vano riconosciute le stesse condizioni normative, retributive e fiscali, senza nessuna differenza di trattamento tra residenti e non residenti.

Come ultimo punto si sottolinea la necessità di rivedere le norme che regolamentano i convenzionamenti tra la Segreteria di Stato per il Lavoro e le aziende private. Si tratta di accordi attraverso i quali le aziende possono avvalersi di personale non sammarinese. Pertanto la CSU chiede di venire coinvolta nella stipula di tali accordi, affinché possa svolgere il proprio ruolo per tutelare il più possibile il diritto al lavoro dei cittadini sammarinesi e residenti. Occorre altresì che la Commissione per il Lavoro riacquisti la centralità nel rilascio delle autorizzazioni. Si deve infine prevedere per i nuovi insediamenti produttivi una fidejussione finanziaria a garanzia degli stipendi dei lavoratori occupati.

● LOTTA AL LAVORO NERO E IRREGOLARE
Il lavoro nero è una gravissima piaga da debellare perché sottrae posti di lavoro che potrebbero essere occupati da lavoratori stabili e regolari, oltre ad essere una forma di concorrenza sleale tra operatori. La lotta al lavoro nero infatti è un fattore determinante per alleviare la pesante emergenza occupazionale che da anni vive il nostro paese. Al sindacato giungono pressoché quotidianamente segnalazioni di casi di lavoro nero. Ma la funzione di controllo non ci sembra affatto adeguata alla dimensione e alla gravità del fenomeno. Non è azzardato infatti ipotizzare che siano alcune centinaia le persone che lavorano in nero a San Marino; tra i settori più interessati vi sono quello dell’edilizia, del commercio, del turismo e dei servizi.

Si propone di introdurre una procedura che per i reati relativi al lavoro illegale preveda un iter progressivo: una congrua sanzione pecuniaria, in caso di recidiva l’aggravamento della sanzione con sospensione temporanea dell’attività e, in caso di recidiva reiterata, la sanzione penale a carico del datore di lavoro. Contestualmente si rende necessario dotare di poteri di polizia giudiziaria gli ispettori dell’ufficio del Lavoro, ed evitare che le sanzioni vengano revocate dal Tribunale, se non per circostanze predeterminate, sulla base del principio per il quale all’interno delle aziende ci deve stare solo chi ne ha titolo.

Da prendere in considerazione anche l’istituzione di un numero verde per fornire segnalazioni, anche in forma anonima, di gravi irregolarità nel mondo del lavoro al fine di attivare tempestivamente controlli ispettivi, così come, in particolare per i cantieri edili, l’introduzione di una tessera del lavoro per rendere immediatamente identificabile, con i dati dell’Istituto Sicurezza Sociale, i lavoratori dipendenti.

● IL RUOLO DELLA PA
La Pubblica Amministrazione sta pagando anni di incuria; il blocco delle assunzioni in vigore dal 1998 ha impoverito, dequalificato e creato distorsioni nella gestione dei servizi. Per far funzionare la macchina statale, si è proceduto a colpi di assunzioni precarie, questo a discapito sia dei lavoratori che dell’efficienza del sistema. Con lo scoppio della crisi, inoltre, si è ingigantito il comodo luogo comune che dipinge la PA come origine di tutti i guai del Paese. Vanno dunque superati stereotipi e caricature, perché scuola, sanità, sicurezza, giustizia sono i pilastri fondamentali della competitività di un Paese e quindi tra gli elementi che dovranno concorrere alla ripresa e allo sviluppo. Va quindi percorsa con decisione la strada del fare dando attuazione ad interventi non più rinviabili: il fabbisogno di personale, i profili di ruolo e l’avvio di un piano di concorsi pubblici. È da tutti riconosciuto che uno dei fattori di crescita e di richiamo di nuovi investimenti è dato dall’efficienza dei servizi pubblici. Occorre pertanto un’azione decisa che permetta alla PA di rappresentare un valore aggiunto e trasformi il costo dei servizi in investimento.

La logica dei tagli, prevalsa finora in alternativa ad una vera riforma strutturale, non è più compatibile con tale obiettivo avendo ormai portato molti servizi a non avere le risorse indispensabili. Occorre inoltre valutare l’impatto sull’occupazione di nuovi interventi, quali quelli ipotizzati anche dall’ultima legge di bilancio, che oltre a ridurre servizi per i cittadini in settori essenziali come sanità ed istruzione, sono potenzialmente produttori di ulteriore disoccupazione, specie giovanile, altamente qualificata e priva di qualunque ammortizzatore.

In tema di risorse pubbliche, una buona fetta del debito dello Stato, pari a oltre 80 milioni di euro complessivi, è rappresentato dal debito verso il fondo pensioni lavoratori dipendenti. Va subito invertita questa tendenza, e in tal senso il Governo deve assumere impegni precisi e stringenti per la restituzione delle somme indebitamente e ingiustamente prelevate.

Ulteriore incertezza genera la mancata definizione di un modello chiaro di PA. Nel tempo, infatti, sono avanzate iniziative striscianti che hanno tacitamente introdotto un modello diverso da quello tradizionale: le esternalizzazioni e la nascita di enti, di varia natura giuridica, partecipati dallo Stato, hanno finito per appesantire la macchina statale e per creare maggiore incertezza sul piano della qualità, riducendo ulteriormente le possibilità di lavoro per i residenti, a fronte di costi che non appaiono sostanzialmente ridotti rispetto ad una gestione diretta da parte della Pubblica Amministrazione.

● IL RUOLO STRATEGICO DELLA FORMAZIONE
Lo strumento della formazione va subito utilizzato per dare una risposta al problema disoccupazione. È quindi urgente fare una mappa dei bisogni formativi delle imprese e delle figure professionali vicine al pensionamento, in modo da avviare progetti di formazione mirati per chi ha perso ed è in cerca di lavoro. Per ottimizzare i costi vanno aperte collaborazioni e convenzionamenti tra agenzie formative sammarinesi e quelle fuori territorio.

Questo progetto deve avvenire con il coinvolgimento delle aziende, il contributo dello Stato e quello del Fondo Servizi Sociali. Ancora più strategico è intensificare il rapporto fra scuola e mondo delle imprese, anche attraverso lo strumento dell’orientamento nella scelta dell’indirizzo di studio. Un atto concreto è l’allungamento dell’attuale biennio dell’Istituto Tecnico con il conseguimento di diplomi coerenti con la domanda di lavoro interna.

● LEGALITÀ E TRASPARENZA – QUESTIONE MORALE
La lunga scia di scandali, truffe e inchieste con al centro San Marino ha rappresentato uno dei principali ostacoli nei rapporti internazionali. Anche le recenti indagini del nostro Tribunale hanno svelato inquietanti intrecci tra politica e affari (es. conto Mazzini, ecc.), che alimentano un clima di sfiducia fra i cittadini e rappresentano un considerevole freno allo sviluppo e un ulteriore colpo reputazionale dell’immagine e della credibilità del nostro Paese, anche agli occhi degli investitori.

La lotta alla corruzione e al malaffare e la piena affermazione della legalità sono elementi importanti e imprescindibili per il rilancio del paese. Riteniamo che da parte di tutta la cittadinanza e della stessa base elettorale dei partiti debba emergere una forte spinta affinché le forze politiche mettano al centro la questione morale e siano rappresentate da persone completamente credibili e di comprovata onestà.

Da parte sua la Magistratura ha il dovere di condurre fino in fondo le proprie inchieste giudiziarie per accertare i fatti e perseguire le responsabilità riscontrate. La Centrale Sindacale Unitaria ha avviato una collaborazione con la Fondazione Caponnetto per promuovere una rinnovata cultura della legalità e della trasparenza. In tal senso saranno organizzate specifiche iniziative che coinvolgeranno i lavoratori e i cittadini.

Centrale Sindacale Unitaria