Smac, si cerca anche in extremis di far saltare questo strumento
Questa volta con molta chiarezza e nettezza la Segreteria di Stato per le Finanze ha denunciato il carattere inequivocabilmente strumentale delle motivazioni che Osla, Usot e Usc hanno nel tempo opposto alla Smac. Una volta per loro il problema è la scontistica, poi sono le difficoltà tecniche, poi le presunte difficoltà per gli utenti: ma la vera ragione delle loro resistenze è che cercano di far saltare questo strumento, in particolare nella sua funzione di certificazione fiscale.
Va evidenziato e ribadito che questa “battaglia” è portata avanti dalle associazioni di categoria in rappresentanza di una parte minoritaria degli operatori commerciali, mentre la maggioranza degli stessi ha ben compreso il valore e le finalità di questo strumento, e da tempo applica in modo corretto e puntuale la Smac, dimostrando di essere molto più avanti.
La certificazione dei ricavi attraverso la San Marino Card, certamente dimostrerà – accanto ad alcune situazioni in cui i redditi risulteranno contenuti – una realtà generale ben diversa da quel quadro reddituale tracciato in tanti anni di sistema forfetario, in cui ogni operatore economico e commerciale di fatto poteva “scegliere” quante tasse pagare.
Più si avvicina il momento in cui emergeranno in modo netto i dati sui ricavi degli operatori economici, e più sale il livello di fibrillazione e di insofferenza verso la Smac da parte di queste categorie. Per molto tempo da parte di queste categorie abbiamo ascoltato dichiarazioni tese a rivendicare per San Marino soluzioni di modernità e grandi cambiamenti epocali, soprattutto quando queste trasformazioni dovevano riguardare gli altri.
Oggi che l’innovazione riguarda anche loro, dimostrano invece quanto siano refrattari alla modernità: restano aggrappati a sistemi vecchi e anacronistici, opponendosi a meccanismi moderni in linea con i sistemi di tracciabilità elettronica che si stanno sempre più affermando a livello internazionale, quali strumenti efficaci di lotta all’evasione/elusione fiscale e dell’equità fiscale, necessaria per sostenere uno stato sociale che in tempi di crisi deve fornire ancora maggiori protezioni e tutele sociali ai cittadini. In tal senso, queste associazioni di categoria danno una rappresentazione di se stesse davvero poco edificante, e dimostrano di essere impegnate nell’estremo tentativo di fermare – ora che la legge e i decreti sono operativi – questo processo di innovazione.
I lavoratori e i pensionati hanno accettato la sfida del cambiamento, attraverso il meccanismo della Smac, che come ricordiamo è volto anche a favorire i consumi in territorio e in fondo a proteggere e a promuovere le attività commerciali sammarinesi; in questa partita tutti devono rispettare le norme che lo Stato si è dato per essere al passo con i tempi e per realizzare l’equità sociale e fiscale.
CSU