Rana Plaza: per non dimenticare!
Ad un anno dalla più grande tragedia nel mondo del lavoro avvenuta in Bangladesh in cui hanno perso la vita oltre 1.100 lavoratori
Il crollo è costato la vita ad oltre 1.100 lavoratori presenti. Poche ore dopo il crollo, le Nazioni Unite si sono subito offerte di inviare squadre di soccorso di esperti con i cani, micro-telecamere e altre attrezzature per il sito, ma questa offerta è stata rifiutata dalle autorità del paese. A tre mesi di distanza dal crollo il Comitato di direzione dell’Accord on Fire and Building Safety ha annunciato il suo piano di implementazione del programma dell’Accordo, costituito da un contratto vincolante tra 70 marche e rivenditori del settore dell’abbigliamento, sindacati internazionali e locali e ONG.
L’obiettivo è di assicurare miglioramenti nelle condizioni di lavoro nell’industria degli indumenti. I punti principali del piano prevedono; Ispezioni iniziali, per identificare pericoli gravi e la necessità di riparazioni urgenti (entro 9 mesi), una procedura intermedia per avere effetto nel caso in cui, se necessario, fabbriche richiedono immediate misure d’intervento e l’avviamento delle procedure di assunzione per i posti di ispettore capo della sicurezza e del direttore esecutivo. Il settore tessile ha un ruolo importante per il paese, da solo contribuisce alla crescita del 6% del PIL.
«Migliorare le condizioni di lavoro è nell’interesse di tutti, essere un’impresa più sicura non vuol dire rinunciare ad avere più profitti», ha detto Ryder. Il disastro del Rana Plaza deve servire per miglioramenti nelle condizioni dei lavoratori in tutto il mondo.
Erica Valentini