Primo maggio di solidarietà, diffondiamo la cultura e la pratica dell’accoglienza
di Gilberto Piermattei
Il primo maggio, festa dei lavoratori, ha in sé i valori della solidarietà, dell’internazionalismo, della lotta al razzismo, dell’inclusione sociale. Questi valori sono particolarmente attuali in un momento in cui anche San Marino – in rapporto alle sue piccole dimensioni e alle sue possibilità – è chiamata, come tanti paesi europei, a non essere indifferente al dramma dei profughi che fuggono dalla guerra e dal fondamentalismo islamico.
Di fronte alla possibilità di accogliere anche nella comunità sammarinese alcune di queste persone, è giusto esprimere uno spirito di accoglienza e di solidarietà concreta, evitando di far prevalere la paura o, peggio, di assumere atteggiamenti di chiusura se non di ostilità e razzismo. Ogni popolo, in tanti periodi storici, ha subito esperienze come guerre, povertà o dittature, che hanno provocato emigrazione. Anche la stessa popolazione sammarinese per molti decenni è stata costretta ad emigrare, ed è stata ospitata in altri paesi, dove vivere e far crescere le altre generazioni.
Il dibattito che si sta svolgendo a San Marino, vede anche alcune posizioni di chiusura e di netto rifiuto verso la possibilità di accogliere un ridotto numero di profughi nel nostro paese. Questo è veramente assurdo, anche pensando che San Marino è tuttora, nonostante tutto, uno dei paesi con una ricchezza procapite tra le più alte al mondo, con uno stato sociale universale, e livelli di benessere che ancora coinvolgono la maggioranza della popolazione.
Nel nostro paese ci si allarma e si diffondono idee di sostanziale razzismo per la possibilità di ospitare qualche decina di persone che provengono da situazioni di guerra, fame e disperazione. Peraltro, chi oggi si erge a paladino della sammarinesità, pare siano gli stessi che in passato, secondo quanto si vociferava, si adoperavano alla collocazione in nero di assistenti per anziani, attraverso una sorta di “tratta” di esseri umani.
Tornando ai profughi che fuggono dall’ISIS, dalla povertà e dalla fame, basta guadare le immagini dei campi profughi tra la Grecia e Turchia, dove decine di migliaia di persone vivono in condizioni disumane, nel fango e nella sporcizia. Possibile che l’Europa non possa accogliere queste persone? Chi scappa è costretto a fuggire da condizioni di guerra, dittatura e violenza, così come succedeva negli anni passati in altri paesi, ad esempio del sud America o dell’Europa dell’est, colpite da dittature fasciste e totalitarie. Il nostro paese ha accolto alcune persone fuggite da queste realtà, che ancora oggi vivono perfettamente incluse nella nostra società.
Inoltre abbiamo a San Marino almeno 600 persone in regola provenienti da altri paesi che fanno assistenza alle persone anziane; senza questo indispensabile apporto che sopperisce al pubblico, ci sarebbero centinaia di anziani senza assistenza. Queste persone sono una vera e propria risorsa per il nostro paese.
Occorre affermare e diffondere la cultura e la pratica dell’accoglienza: potrà succedere anche agli occidentali di emigrare, magari per ricercare opportunità di lavoro che i nostri paesi non offrono più, soprattutto ai giovani che hanno titoli di studio e specializzazioni importanti. Naturalmente, le persone che vengono accolte devono rispettare le norme, la cultura e le regole di civile convivenza che il paese si è dato per i propri cittadini. Chi dovesse mancare al rispetto delle leggi deve essere sanzionato e punito al pari di tutti gli altri cittadini.
Il sindacato rigetta la logica dei muri; dopo un’epoca dove sembravano crollati, vengono ricostruiti anche fisicamente in alcuni paesi europei per fermare le speranze dei migranti. I lavoratori, i pensionati e i cittadini devono rifiutare con intelligenza queste logiche di egoismo e dare concretezza al senso dell’accoglienza verso coloro che soffrono.
In generale il mondo sta vivendo, sotto alcuni aspetti, una nuova ondata di imbarbarimento: 250 milioni di bambini lavorano nel mondo, ed è ricomparso il lavoro forzato, denunciato dall’OIL. Occorre ripristinare un ordine democratico a livello mondiale, altrimenti si procede verso la negazione della dignità delle persone.
Ricordiamo infine che l’ISAL della CSdL, con propri contributi economici, fornisce sostegno ad alcuni popoli in difficoltà nei loro paesi di origine, la dove è stato possibile creare dei progetti strutturali di sviluppo e produzione reddito, alfabetizzazione e promozione della salute. In particolare, nell’ultimo anno abbiamo finanziato progetti in Tunisia, Mozambico, Sahara Occidentale, Kenya, oltre che a San Marino (Cooperativa Involo). Ma dove non è possibile essere presenti, occorre intervenire con la solidarietà e l’accoglienza. Se ci saranno persone ospitate a San Marino, nell’ambito di iniziative di solidarietà e in un quadro di collaborazione con associazioni di volontariato e della società civile, l’Isal non si tirerà certo indietro nel fornire un proprio contributo.