Prezzi più alti rischiano di vanificare l’effetto Smac: un pericolo da evitare
A San Marino negli ultimi due anni prezzi più alti rispetto a Rimini di ben il 6,4%. C’è chi approfitta, alzando i prezzi, dell’obbligo di effettuare acquisti a San Marino per ottenere le deduzioni. È necessario introdurre alcuni correttivi
I possibili abusi nell’incremento dei prezzi, a fronte dell’obbligo di effettuare acquisti in territorio per ottenere le deduzioni fiscali attraverso la Smac, sono una delle principali problematiche che si registrano nell’attuazione della riforma tributaria, entrata in vigore da poco più di un anno.
Nei giorni scorsi sono stati diffusi alcuni comunicati tendenti a minimizzare questo fenomeno, ma a noi le persone che abitualmente fanno acquisti sia in territorio che nel circondario continuano a denunciare prezzi ingiustificatamente più alti a San Marino, nonostante la scontistica, con tendenza all’incremento di tale differenza, che è destinata ad aumentare ulteriormente se chi applica gli sconti Smac abbandona il circuito. Questo riguarda i beni di prima necessità in particolare, e ciò è ancor più grave.
A fronte di una precisa denuncia delle nostre Associazioni Consumatori, le Associazioni di categoria hanno smentito tutto ciò, con particolare riferimento ai prodotti alimentari. Ebbene, i dati diffusi dagli Uffici di Statistica di Rimini e San Marino danno pienamente ragione alle assoconsumatori; nel 2013 e nel 2014 i prezzi a Rimini sono rispettivamente saliti del 2,1% e scesi del 0,1%, mentre nella RSM sono saliti del 5,5% e del 2,9%. Una differenza di ben il 6,4% in due anni, in tempi di stagnazione, è inaccettabile.
Pur ammettendo che in un territorio piccolo come il nostro le variabili sono diverse, di fronte a un tale fenomeno occorrerà proporre l’introduzione di correttivi, come il ritorno alle deduzioni forfetarie per i lavoratori dipendenti e i pensionati, per far sì che i contribuenti possano fare la spesa dove conviene, evitando che le deduzioni fiscali di fatto finiscano per essere vanificate dai prezzi più alti che si registrano a San Marino. L’impressione è che alla base di questa tendenza vi sia anche il fatto che molte persone, anche volendo, non possono scegliere di fare acquisti lontano dalle proprie abitazioni, e qualcuno se ne stia approfittando.
Ora, anche le deduzioni fiscali riconosciute per le sole spese effettuate in territorio probabilmente contribuiscono ad alimentare le rendite di posizione.
In generale, continuiamo ad assistere a continue lamentele rispetto all’introduzione della Smac obbligatoria da parte di alcuni settori del commercio; siamo d’accordo che il sistema vada reso il più efficiente possibile, ma è bene ricordare che sono state le stesse categorie economiche, spalleggiate dal Governo, a pretendere che le deduzioni fiscali forfetarie per i lavoratori dipendenti e i pensionati diventassero ora riconosciute solo se documentate attraverso le spese effettuate in territorio.
È stato quindi necessario trasformare la Smac, oltre che in un sistema di accertamento dei ricavi degli operatori economici, anche per il riscontro delle spese effettuate in territorio e deducibili per i contribuenti.
Non si capisce pertanto il perdurare delle lamentele rispetto al fatto che si sia snaturato lo scopo posto alla base dell’introduzione della Smac diversi anni fa (ovvero la scontistica e i relativi incentivi per sammarinesi e non), quando ciò era chiaro a tutti fin dall’inizio dell’iter della riforma tributaria. Anche la CSU non si è opposta a tale svolta, ma non ha mai nascosto alcune preoccupazioni che si stanno verificando fondate. Oltre al pericolo dell’aumento dei prezzi, come prima evidenziato, anche sul piano dell’equità.
Un esempio su tutti: i lavoratori non possono dedurre l’acquisto dell’automobile, mentre le imprese sì, seppure con alcune limitazioni. L’auto aziendale viene puntualmente impiegata anche ad uso personale, con il paradosso che i soci che risultano dipendenti della loro stessa società, si avvalgono sia delle deduzioni da lavoro subordinato che di quelle in capo alle aziende, proprio come l’automobile. Tra le altre cose proporremo di correggere anche queste storture.
Enzo Merlini (CSdL) – Riccardo Stefanelli (CDLS)
Componenti della Commissione per il monitoraggio della fiscalità